Torre Eiffel vendesi

Torre Eiffel vendesi


Victor Lustig, Francia

“Non capisco gli uomini onesti: conducono vite disperate e piene di noia.” (Victor Lustig)

Hermann Junkers, Robert V. Miller, Ottokar Theobald Czernin; sono solo alcuni dei nomi con cui era noto Victor Lustig, considerato da molti il più grande truffatore della storia. La sua abilità, il suo ingegno ed il suo carisma (parlava ceco, tedesco, inglese, francese e italiano) lo resero in poco tempo uno degli uomini più ricercati del mondo. Mise in atto decine di raggiri in Europa e negli Stati Uniti d’America, ma il suo colpo più famoso rimane senza dubbio quello della vendita della Torre Eiffel. Ma andiamo con ordine. Victor Lustig nacque a Hostinné, nell’odierna Repubblica Ceca, il 4 gennaio.

Anche queste informazioni però, sono incerte: Lustig non era il suo vero nome, ma solo uno degli pseudonimi che utilizzò durante le sue imprese criminali. Le sue vere origini sono infatti avvolte nel mistero; nel corso degli anni raccontò diverse versioni della sua vita: talvolta affermava di provenire da una famiglia della media borghesia, altre volte descriveva i suoi genitori come poveri contadini e raccontava di aver iniziato a rubare per poter sopravvivere. A 19 anni si trasferì a Parigi per frequentare l’università; non terminò mai gli studi, dato che trascorreva gran parte del suo tempo tra scommesse e partite di poker. Secondo la rivista True Detective Mysteries, Lustig era in grado di “far fare ad un mazzo di carte qualunque cosa tranne parlare”. Fu in quegli anni che si procurò una cicatrice allo zigomo sinistro, in seguito ad una rissa con un uomo geloso delle attenzioni che Lustig stava dedicando alla moglie. Dopo aver lasciato gli studi, diede ufficialmente il via alla sua carriera di truffatore: iniziò a viaggiare in tutta Europa e a commettere decine di raggiri, servendosi di numerosi pseudonimi. In seguito divenne un assiduo frequentatore dei lussuosi transatlantici che viaggiavano tra la Francia e gli Stati Uniti, sui quali, con l’identità del conte Victor Lustig, giocava a carte e raggirava i ricchi passeggeri. Nel 1914 scoppiò la Grande Guerra e Lustig smise di viaggiare; nel novembre 1914, con il nome di Hermann Junkers, ingegnere aeronautico, si trasferì negli Stati Uniti.

Appena sbarcato a New York cambiò nuovamente identità, diventando un ricchissimo conte, erede della famiglia Teschen, ramo cadetto della casata degli Asburgo-Lorena, giunto in America in cerca di investimenti fruttuosi. Erano gli anni del Proibizionismo, e Lustig ricominciò presto a mettere in atto diverse truffe. Forte delle sue nuove credenziali, riuscì ad introdursi presso rinomati istituti di credito, convincendoli a prestargli del denaro per finanziare la costruzione di innovative e moderne aziende d’estrazione petrolifera. Dopo aver intascato diverse centinaia di migliaia di dollari dell’epoca, il conte von Teschen svanì poi nel nulla. Nel 1922 venne a sapere dell’esproprio di un ranch nel Missouri, e
offrì all’American Savings Bank una somma di 22.000 dollari in Liberty bond per acquistarlo; non pago, riuscì a convincere i funzionari della banca a cambiargli altri 10.000 dollari di bond in denaro, così da avere a disposizione un capitale sufficiente a gestire il ranch. Titoli e denaro furono messi all’interno di due buste; Lustig, che in precedenza aveva preparato altre due buste, riuscì, con un gioco di destrezza, ad effettuare uno scambio e ad andarsene sia con il denaro che con i titoli. Scoperto l’inganno, fu inseguito fino a Kansas City dove venne arrestato, ma riuscì ad ottenere un rinvio a giudizio e a fuggire. Nel maggio 1925 tornò a Parigi, dove mise in atto la sua truffa più celebre. La città si stava riprendendo dai danni della guerra e i giornali davano risalto alle cattive condizioni della Torre Eiffel. Secondo i piani iniziali la torre, costruita per l’esposizione universale del 1889, avrebbe dovuto essere smantellata e/o spostata in un altro sito nel 1909; tuttavia i tempi e i costi dell’operazione, oltre all’utilità dimostrata dalla struttura come torre per le comunicazioni, fecero sì che l’operazione non avesse mai luogo. Nel corso degli anni però, la scarsa manutenzione aveva ridotto la torre in pessime condizioni, tanto da far nuovamente pensare alla sua demolizione o completa ricostruzione.

Qui entrò in gioco Lustig. Si procurò della carta da lettera con l’intestazione del Ministero delle Poste e dei Telegrafi, ente responsabile della torre e, spacciandosi per un funzionario del governo francese, affittò una camera all’Hôtel de Crillon, fra i più eleganti di Parigi. Scrisse quindi una lettera alle cinque più importanti imprese siderurgiche di Francia, spiegando loro che, a causa delle cattive condizioni, si era resa necessaria la demolizione della Torre Eiffel. Ognuna delle imprese si disse interessata, e Lustig invitò cinque rappresentanti presso l’albergo in cui soggiornava, affinché potessero avere luogo le trattative. Fra i compratori c’era un giovane imprenditore di nome André Poisson, molto ansioso di affermarsi. Al termine delle trattative, Lustig raggiunse un primo accordo con Poisson. Poco dopo, lo
stesso André Poisson chiese un nuovo appuntamento, per definire i termini del contratto, le condizioni e le modalità di pagamento. Lustig, notando una certa diffidenza nell’altro, aumentò la posta, confessando a Poisson di essere mal pagato e di desiderare una tangente per concludere la transazione, dal momento che, come certo Poisson non avrebbe dubitato, anche gli altri acquirenti erano molto interessati all’affare. Poisson, convintosi della bontà dell’affare, accettò di pagare il tutto, passando a Lustig una somma totale di 250.000 franchi, pari a circa un milione di euro odierni.
Victor Lustig incassò immediatamente la somma dell’assegno, che si fece girare su un conto austriaco intestato ad un prestanome, e partì alla volta di Vienna. Quando, alcuni giorni dopo, Poisson si recò agli uffici del Ministero, dove i veri funzionari erano ovviamente all’oscuro di tutta la storia, capì di essere stato truffato, ma fu così imbarazzato dall’accaduto che decise di non denunciare l’accaduto alla polizia. Accortosi del silenzio della stampa, Lustig decise di ritornare a Parigi e provare a vendere una seconda volta la Dama di Ferro. Utilizzò le stesse dinamiche della volta precedente e riuscì a trovare un compratore interessato, ma questi si mostrò particolarmente sospettoso. Durante i loro due incontri, il compratore gli propose di concludere l’affare in presenza del sindaco di Parigi e del presidente della Repubblica dell’epoca, Gaston Doumergue, che egli conosceva di persona.

Victor Lustig decise allora di abbandonare la città e di tornare negli Stati Uniti. Qui entrò in contatto con il gangster Al Capone, al quale propose di investire 50.000 dollari in una operazione a cui stava lavorando, promettendogli un notevole guadagno dopo sessanta giorni. Capone sapeva bene chi fosse Lustig e gli promise che, se avesse tentato di imbrogliarlo, sarebbe stata la sua ultima truffa. A quel punto, Lustig non fece altro che mettere da parte il denaro; scaduto il termine, tornò da Capone per restituirglielo, spiegando che l’affare era sfumato. Impressionato dall’apparente onestà di Lustig, che avrebbe potuto semplicemente fuggire con il denaro, Capone lo ricompensò con una banconota da 1.000 dollari, dandogli proprio ciò che aveva sperato. Sempre in America, Lustig mise a segno
un’altra delle sue truffe più celebri, quella della “Rumanian Box”, una macchina in grado di produrre copie autentiche di banconote di grosso taglio: Lustig inseriva una banconota in una fessura del marchingegno, insieme ad un foglio di carta bianca; dopo una serie di operazioni, la macchina restituiva una seconda banconota identica alla prima, apparentemente perfetta. Unica pecca del congegno: a causa del complicato procedimento di copiatura, la macchina necessitava di sei ore prima di tornare operativa. In realtà le presunte banconote false erano autentiche, e Lustig non faceva altro che nasconderle in un cassetto della macchina prima di presentare l’invenzione alle sue vittime.
Queste ultime, attirate dai facili guadagni, accettavano di comprare il congegno, dietro pagamento di una somma molto elevata. Lustig a quel punto faceva rapidamente perdere le proprie tracce; inutile dire che la macchina non produceva più nessuna nuova banconota. Fra le sue vittime figurava anche uno sceriffo texano che, dopo aver comprato la macchina ed essersi accorto della truffa, arrestò Lustig, il quale riuscì a cavarsela convincendo lo sceriffo di non aver ben compreso il funzionamento del congegno; Lustig rispiegò pazientemente la procedura e lo sceriffo, convinto nuovamente della bontà dell’affare, lo lasciò andare. Inoltre Lustig, da galantuomo qual era, offrì al poliziotto una somma di denaro a titolo di compensazione per il malinteso. Purtroppo per lo sceriffo, il denaro era falso. Lo sventurato tutore della legge venne infine arrestato per uso di banconote false. All’inizio degli anni trenta Lustig conobbe il farmacista William Watts e il chimico Tom Shaw. I tre iniziarono a creare denaro falso, il quale iniziò a circolare per tutto il paese, attirando l’attenzione dei servizi segreti statunitensi. In quel periodo Lustig intrecciò una relazione sentimentale con una donna di nome Billi May; quest’ultima, gelosa delle attenzioni che Lustig dedicava alla compagna di Shaw, decise di vendicarsi informando i federali delle attività di Lustig. Il truffatore venne arrestato il 10
maggio 1935. Il 1º settembre 1935 Lustig riuscì a fuggire dal centro federale di detenzione di Manhattan, calandosi dalla finestra con una corda di lenzuola arrotolate; durante la fuga, per giustificarsi con i passanti che lo notavano, finse di essere un lavavetri. Il 28 settembre fu nuovamente catturato. Venne condannato a 15 anni di reclusione per contraffazione, più altri 5 per la sua evasione, da scontare nel carcere di Alcatraz. L’11 marzo 1947, in seguito alle complicanze dovute a una polmonite, Victor Lustig morì nel centro medico per prigionieri federali di Springfield, in
Missouri, dove era stato trasferito per ricevere cure mediche adeguate.

Curiosità
A Victor Lustig è stata attribuita una lista di istruzioni note come “Dieci comandamenti per truffatori”:
1) Sii un ascoltatore paziente (è questo, e non il parlare in fretta, che garantisce a un truffatore i suoi colpi migliori).
2) Non sembrare mai annoiato.
3) Attendi che l’altra persona riveli le sue idee politiche, quindi concorda con lei.
4) Lascia che l’altra persona riveli le proprie opinioni religiose, quindi concorda con lei.
5) Usa un tono sessualmente suggestivo, ma non seguirlo a meno che l’altra persona non mostri un forte interesse.
6) Non discutere mai di malattie, a meno che non venga mostrato qualche problema particolare.
7) Non immischiarti forzatamente nelle circostanze personali delle persone (alla fine ti diranno tutto).
8) Non vantarti mai: lascia che la tua importanza emerga da sé.
9) Non essere mai disordinato.
10) Non ubriacarti mai.

Classifica non ufficiale delle cinque più grandi truffe della storia
1° Posizione: Bernie Madoff – 2008
Nel 2008, il finanziere Bernie Madoff è stato arrestato con l’accusa di aver truffato ben 65 miliardi di dollari degli investitori e risparmiatori che avevano dato fiducia alla sua agenzia di brokeraggio. Utilizzava il semplice schema Ponzi, inventato da un immigrato italiano negli inizi del ‘900: promettere rendimenti più elevati rispetto alla concorrenza (ma non di troppo, per ricevere fiducia dagli investitori), pagando gli interessi con i depositi dei nuovi arrivati. Come per il povero Ponzi, anche Madoff è arrivato al culmine di una truffa senza possibilità di riuscita: il momento in cui il
pagamento delle rendite supera i depositi che arrivano da nuovi clienti. Una nota di colore: la pena comminata a Madoff per questa truffa è di 150 anni; in Italia, cosa è successo invece con il crack Parmalat, ad esempio?
2° Posizione: Han Van Meegeren – prima metà del ‘900
Si tratta, probabilmente, del più geniale falsario d’arte del ‘900. Van Meegeren divenne un imitatore del noto pittore Vermeer attraverso una serie di procedimenti per cui caddero nella sua rete i maggiori critici del mondo: non solo, divenne un imitatore del pittore, ma utilizzava soltanto tele originali del ‘600 (da cui raschiava via il colore precedente) e come colori soltanto quelli dell’epoca di Vermeer. Non imitò mai opere già esistenti, ma ne inventò di nuove, tanta la sua bravura nel cogliere lo spirito delle opere del noto pittore fiammingo. Riuscì a vendere due opere a prezzi stratosferici a due capi nazisti. Venne poi arrestato ma ebbe una pena molto mite di un anno.
3° Posizione: Victor Lustig – 1925
Qualcuno ricorderà il famoso film di Totò in cui, nelle parti di un truffatore, riesce a vendere la Fontana di Trevi a un ignaro (e un po’ stupido) turista. Ebbene, Lustig, uno dei più grandi truffatori della storia, nel 1925 riuscì a vendere la Torre Eiffel: colui che l’acquistò, dopo essersi reso conto del raggiro, non denunciò Lustig, per paura di fare una
grande figuraccia nell’ambiente dei commercianti di metallo.
4° Posizione: Mary Baker – 1817
May Baker è un genio della truffa, in tempi non sospetti. Ebbene, la donna riuscì a farsi passare per una principessa di una lontana isola dell’Oceano Indiano, ed è passata alla storia come Caraboo Princess. Raccontò di essere stata rapita dai pirati e di essersene poi scappata. In questo modo, riuscì a vivere nel lusso per molti anni. Poi, la verità venne a galla: May Baker era la geniale figlia di un semplice calzolaio.
5° Posizione: Wilhelm Voigt – 1906
Divertente la storia di Wilhelm Voigt, calzolaio, che riuscì per lungo tempo a farsi passare per un ufficiale prussiano. Riuscì, in questo modo, a mettere le mani su ingenti somme di denaro, ma quando venne scoperto rischiò davvero tanto. Eppure fu salvato dal Kaiser in persona: la sua storia lo aveva divertito oltremodo.

Bibliografia
James F. Johnson e Floyd Miller, The man who sold the Eiffel Tower, 1961, Doubleday & Company Inc. Kathryn Ann Lindskoog, Frauds and Other Malarkey: 301 Amazing Stories and How Not to Be Fooled, 1993, Zondervan Publishing House.

Sitografia
https://www.smithsonianmag.com/history/man-who-sold-eiffel-tower-twice-180958370/
https://web.archive.org/web/20111128204016/https://www.biography.com/people/victor-lustig-20657385
https://english.radio.cz/victor-lustig-man-who-could-have-sold-world-8079199
https://www.mentalfloss.com/article/12809/smooth-operator-how-victor-lustig-sold-eiffel-tower
http://www.3ammagazine.com/short_stories/non-fict/truetales/eiffeltower.html
http://numismatics.org/kings-of-counterfeiting/

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