Issei Sagawa

Issei Sagawa

“Mangiare chi ami è vero atto d’amore.” (Issei Sagawa)

Tra i numerosi criminali che abbiamo incontrato, nessuno aveva la sfrontatezza e l’impenitenza di Issei Sagawa. Poche altre storie sono in grado di illuminarci a tal punto sulla natura morbosa degli esseri umani e su quanto siamo attratti dal male. Issei Sagawa nacque il 26 aprile 1949 a Kobe, in Giappone, figlio di una coppia molto ricca. Il padre, Akira Sagawa, era il presidente della Kurita Waters Industries. La sua fu una nascita travagliata: infatti, nacque prematuramente, e pare che fosse talmente piccolo da stare interamente nel palmo della mano di suo padre; fu affetto fin da subito da enterite, che riuscì a curare solo dopo numerose iniezioni di potassio e di calcio. Tuttavia rimase, anche in età adulta, molto piccolo e gracile. Issei iniziò a nutrire (bella questa!) il desiderio di cibarsi di carne umana fin da ragazzino, quando ebbe modo di osservare la coscia nuda di un uomo. Sempre in quel periodo, compì atti di zoofilia con il cane di famiglia. Con il tempo, divenne ossessionato dalle donne occidentali; in particolare, aveva una smodata ammirazione per l’attrice Grace Kelly. Quando aveva 24 anni, a Tokyo, Sagawa decise di mettere in atto le sue fantasie: adocchiò una ragazza tedesca e la pedinò fino a casa; giunta la notte, entrò nell’appartamento della giovane, con indosso una maschera da mostro di Frankenstein e impugnando un ombrello. In seguito lo stesso Sagawa affermò
di aver avuto intenzione di tagliare un pezzo di natica della donna, per poterlo mangiare in un secondo momento, ma di non volerla uccidere. Fortunatamente, la ragazza si svegliò e iniziò ad urlare, mettendo in fuga l’aspirante cannibale. Issei Sagawa venne arrestato e accusato di tentato stupro, ma suo padre riuscì a mettere a tacere l’episodio.

Nel 1977, all’età di 27 anni, Sagawa si trasferì in Francia per perseguire un dottorato di ricerca in letteratura alla prestigiosa Sorbona di Parigi. In un’intervista dichiarò che portava spesso prostitute nella sua stanza, e che ogni volta era molto tentato di spararle, ma all’ultimo momento non riusciva a premere il grilletto. In quegli anni conobbe Renée Hartevelt, una venticinquenne olandese dalla quale divenne ossessionato. Lei gli appariva come una persona bellissima e sana, caratteristiche che lui voleva fare sue divorandola. L’11 giugno 1981 Sagawa invitò la ragazza nel suo appartamento, con la scusa di ripetere insieme alcune poesie in vista di un esame. Mentre la ragazza leggeva una poesia, Sagawa si piazzò alle sue spalle e le sparò un colpo di fucile alla testa, mentre il tutto veniva registrato
su un’audiocassetta. Dopo l’omicidio, Sagawa ebbe dei rapporti sessuali con il cadavere della ragazza, alternando questi atti con l’antropofagia di differenti parti del corpo. Prima dell’alba fece a pezzi il cadavere: alcune parti le conservò per mangiarle in seguito, il resto lo ripose in due valigie. Si recò presso il Bois de Boulogne, vicino al ristorante Chalet des les, dove abbandonò le due valigie, dalle quali cominciava a fuoriuscire il sangue della sua vittima. Tuttavia venne notato da diverse persone, che in seguito non ebbero alcuna difficoltà nel riconoscerlo. Un passante in particolare, notando il sangue, allertò la polizia; gli inquirenti raccolsero le numerose testimonianze e in poco tempo
risalirono a Issei Sagawa, che si fece arrestare senza opporre resistenza. Nel suo appartamento, gli investigatori trovarono le parti del corpo della ragazza, conservate nel frigorifero.

Dopo l’arresto divenne noto in Francia come “il cannibale giapponese”, mentre nel natìo Giappone divenne famoso come “il cannibale francese”. Il facoltoso padre di Issei assunse uno fra i migliori avvocati francesi, Philippe Lemaire, che riuscì a far dichiarare il suo assistito infermo di mente. Issei Sagawa venne internato nell’ospedale psichiatrico Henri Collin di Villejuif, dove rimase fino al 22 maggio del 1984. Ancora una volta, suo padre venne in suo aiuto, riuscendo ad ottenere l’estradizione in Giappone del figlio, che venne nuovamente internato in un ospedale psichiatrico, la clinica
Matsuzawa. I medici lo dichiararono sano di mente e, poiché le accuse in Francia erano state ritirate, i documenti giudiziari francesi furono sigillati e non furono mai rilasciati alle autorità giapponesi; di conseguenza Sagawa non poteva essere legalmente detenuto in Giappone. Poco dopo, il 12 agosto 1986, venne dimesso dalla clinica, tornando ad essere un uomo libero a tutti gli effetti. Dopo il rilascio, Sagawa divenne in breve un uomo molto famoso: scrisse quattro libri, di cui uno in cui narrava dei suoi desideri cannibaleschi e dell’omicidio di Parigi, e un altro in cui commentava, grazie alla sua “esperienza”, gli omicidi di un serial killer giapponese noto come Sakakibara Seito. Partecipò a film di diversa natura, tra cui alcuni pornografici, e in uno giunse a parodiare il delitto per cui era diventato famoso. Scrisse perfino delle critiche culinarie per conto di una rivista. I genitori di Sagawa morirono nel 2005. In un’intervista del 2011 ha affermato che essere costretto a guadagnarsi da vivere pur essendo noto come assassino e cannibale è stata una punizione terribile. Nella stessa intervista affermò che, in seguito al delitto, aveva utilizzato la masturbazione per tenere a freno i suoi istinti antropofagi, ma che, avendo raggiunto ormai uno stato di impotenza sessuale, temeva il riaffiorarsi di tali tendenze. Nel 2013, venne ricoverato per un’ischemia cerebrale, che danneggiò
permanentemente il suo sistema nervoso. Da allora, vive sotto la cura a tempo pieno di suo fratello.

CURIOSITA’: CANNIBAL MOVIES
Si può affermare che questa particolare categoria di film ha una radice propriamente italiana, in quanto è proprio in Italia che nacque l’idea di ambientare storie horror non più con atmosfere notturne, bensì alla luce del sole in suggestive ambientazioni esotiche. Le caratteristiche salienti di questi film sono: ambientazioni in foreste o giungle tropicali, cast di attori semi-sconosciuti, alto contenuto splatter, discreta presenza di scene erotiche, violenze reali a danno di animali (considerate a tutti gli effetti “snuff”) e il fatto che le cosiddette “persone civilizzate” si rivelino alla fine peggio dei cannibali stessi. La maggior parte di questi film a tema esotico mostrano suggestioni prese dai mondo
movie, documentari dal contenuto fortemente shockante (talvolta con scene ricostruite) su usanze bizzarre in giro per il mondo. Precursore di questo fortunato filone, che vide la sua epoca d’oro dalla seconda metà degli anni settanta fino ai primi anni ottanta, fu il regista Umberto Lenzi con Il paese del sesso selvaggio (1972), che si cimentò in altre due regie, Mangiati vivi! e Cannibal Ferox. Poi fu la volta di Ruggero Deodato, considerato il “padre” dei cannibal-movie, grazie alla Trilogia dei cannibali: Ultimo mondo cannibale, Cannibal Holocaust e Inferno in diretta (anche se quest’ultimo non narra di cannibali). Da segnalare altre opere di successo di altrettanti registi italiani provenienti però da diversi background, come il regista dell’eros Joe D’Amato con Emanuelle e gli ultimi cannibali e Antropophagus, Sergio Martino con La montagna del dio cannibale e i veterani della commedia Marino Girolami con Zombi Holocaust, e Michele Massimo Tarantini con Nudo e selvaggio, considerato l’ultimo cannibal-movie italiano. In tempi recenti due direct-to-video vennero realizzati dal regista Bruno Mattei: Nella terra dei cannibali e Mondo cannibale entrambi realizzati nel 2003 e fortemente ispirati, specie il secondo, a Cannibal Holocaust. Un altro regista italiano come Antonio Margheriti, specialista della fantascienza, provò a cimentarsi con un cannibal-movie, ma per varie ragioni è difficile classificare il suo Apocalypse domani in questo filone. Il successo di questo genere lo si deve forse al coraggio dei registi italiani di dirigere scene di inaudita violenza, che a dispetto di valutazioni negative da parte dei critici cinematografici, denunce e sequestri di pellicole da parte dei tribunali, nonché pesanti censure governative, riuscì ad attirare un pubblico sempre più numeroso. C’è da sottolineare che quelli erano anni particolarmente delicati dal punto di vista politico-sociale, ove ogni giorno venivano trasmesse dai telegiornali le crude immagini delle violenze del terrorismo che stava sconvolgendo il Paese. Proprio la violenza resa estrema dai cannibal-movie costituiva un deterrente per lo spettatore, che poteva così godere di emozioni forti nonché beneficiare del messaggio ecologistico, e “anti-sistema”, che molti dei film in questione provocatoriamente trasmettevano. L’aspetto forse più negativo di questo genere sono le torture e uccisioni degli animali che, in quasi tutti i casi, sono vere. Ma fu proprio questa scelta crudele di inserire scene di violenze reali nelle pellicole la ragione chiave dell’incredibile successo internazionale di questa nicchia del cinema italiano.

Filmografia Essenziale
Il paese del sesso selvaggio (1972) di Umberto Lenzi
Ultimo mondo cannibale (1977) di Ruggero Deodato
Emanuelle e gli ultimi cannibali (1977) di Joe D’Amato
La montagna del dio cannibale (1978) di Sergio Martino
Apocalypse domani (1980) di Antonio Margheriti
Cannibal Holocaust (1980) di Ruggero Deodato
Mangiati vivi! (1980) di Umberto Lenzi
Zombi Holocaust (1980) di Marino Girolami
Antropophagus (1980) di Joe D’Amato
La dea cannibale (1980) di Jess Franco
Il cacciatore di uomini (1980) di Jess Franco
Cannibal Ferox (1981) di Umberto Lenzi
Schiave bianche – Violenza in Amazzonia (1985) di Mario Gariazzo
Nudo e selvaggio (1985) di Michele Massimo Tarantini
Natura contro (1988) di Antonio Climati
Le avventure di Tennessee Buck (1988)
Cannibal Love (2001) di Claire Denis
Nella terra dei cannibali (2003) di Bruno Mattei
Mondo cannibale (2003) di Bruno Mattei
Wrong Turn – Il bosco ha fame (2003) di Rob Schmidt
Cannibali – Leggenda o realtà (2007) di Bruno Mattei (firmato come David Hunt)
The Green Inferno (2015) di Eli Roth
Raw – Una cruda verità (Grave) (2016) di Julia Ducournau

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

  • Kosuga, Tomokazu; Lena Oishi, Lena (January 1, 2009). “Who’s Hungry?”. Vice Magazine.
  • “Interview with a Cannibal”. Vice Magazine.
  • Crime Library, The Cannibal Celebrity: Issei Sagawa By Katherine Ramsland.
  • Antonio Pagliaro, ”Il giapponese cannibale,” Senzapatria editore, 2010.
  • https://www.ilfattoquotidiano.it/2015/04/09/tokyo-cannibale-parigi-30-anni-dopo-mangiare-ami-attosupremo-damore/1573657/

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