Sulla Sindrome dell’Avana

Sulla Sindrome dell’Avana

di Mirco TURCO

La “Sindrome dell’Avana” è un insieme di sintomi riscontrati in funzionari dell’Ambasciata americana a Cuba negli anni 2016 e 2017. Successivamente, gli stessi sono stati riscontrai presso il Consolato degli Stati Uniti a Guangzhou in Cina e nuovamente, nell’estate del 2021, in differenti località, tra cui Ginevra, Vienna, Parigi, Russia, Germania, Europa dell’est, Colombia e Washington D.C.

La sintomatologia riscontrata comprende: anomale percezioni sensoriali e cognitive, ronzio auricolare, vertigini, spossatezza, nausea e mal di testa. Alcuni studiosi parlano di una vera “disfunzione vestibolare con successivo deficit cognitivo”.

La Sindrome è stata attribuita a cause diverse: da un attacco con armi soniche, alla esalazione di prodotti chimici particolari. Di fatto, il tutto è avvolto ancora da mistero, sebbene, nel 2023, il direttore dell’intelligence nazionale degli Stati Uniti ha reso noto che molti specialisti che si erano occupati del caso, avevano comunque ritenuto “molto improbabile” che i problemi di salute fossero stati causati da Paesi avversari degli Stati Uniti.

Parallelamente, un gruppo di scienziati ha riconosciuto la veridicità dei sintomi, causati, con molta probabilità, da “fenomeni esterni”. I cambiamenti fisiopatologici evidenziati non sono, però, da considerare persistenti, né possono causare variazioni significative nella struttura cerebrale delle persone colpite.

Senza troppi giri di parole, la Sindrome è stata causata da eventi esterni con impatto di tipo neurologico, senza cambiamenti a lungo termine. Se da un lato, si percepisce una sorta di rassicurazione (salute delle vittime), dall’altro, si avverte il solito amaro in bocca, considerando le scarse informazioni sulle reali cause dell’accaduto.

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