Storia di spie e segreti

Storia di spie e segreti

Dai Sumeri.

La storia racconta che già i Sumeri, nel 4000 a.C. disponevano di un servizio informativo nelle loro città-stato. Si narra che l’ultimo sovrano sumerico della città di Umma, Lugalzagesi, fondò un impero nell’attuale Iraq meridionale, proprio grazie ai servigi di un servizio segreto potentissimo.

Gli antichi egizi svilupparono in modo approfondito un sistema per l’acquisizione di informazioni, a danno degli Ittiti, dopo la Battaglia di Kadesh (1296 a.C.) e per controllare la Nubia. In poche occasioni il servizio segreto egizio mancò al suo compito.

Il primo di questi periodi coincide con la situazione caotica che seguì al tentativo di riforma religiosa in senso monoteistico attuata dal faraone Amenhotep Ivkhenaton (1369 a.C. – 1332 a.C.), culminata in un putsch militare, dopo una serie di regni di faraoni poco rappresentativi, da parte del generale Horenheb (1342 a.C. – 1303 a.C.), quando il regno si indebolì progressivamente.

Il secondo di questi periodi, vede l’avvento della XXV dinastia di faraoni nubiani (760 a.C.) e la loro cacciata da parte degli Assiri (671 a.C.). In entrambi i casi non fu prevista l’invasione straniera, del Regno di Kush prima, e dell’Assiria poi. Infine, il tracollo definitivo del plurimillenario regno egizio nel 525 a.C., quando il re persiano Cambise (563 a.C. – 521 a.C.) sconfisse il faraone (548 a.C. – 525 a.C.) nella battaglia di Pelusio. Ciò fu possibile grazie anche alla disorganizzazione del servizio informativo egizio.

Anche gli Ebrei usavano delle spie nella secolare contesa con i Filistei, mentre i Fenici utilizzavano una vasta rete di spie militari sotto copertura di mercanti, presenti in ogni porto del Mar Mediterraneo.

Una rete similare operava anche a Roma fin dall’epoca regia e proprio attraverso l’azione di agenti segreti fu possibile redigere i Trattati Roma-Cartagine.

Gli Assiri erano costantemente informati di quanto succedeva in Egitto, tanto che lo invasero preventivamente e lo tennero per un ventennio soggiogato quando si profilò il pericolo di una guerra duratura. (671 a.C. – 649 a.C.).

La situazione caotica che si sviluppò in Assiria a partire dal 621 a.C., di vera e propria guerra civile, fece venir meno il servizio d’informazione. Ne approfittarono di questo i nemici interni (Babilonia) ed esterni (Media ed Elam),

con lo scopo di stringere un patto di alleanza per sconfiggere l’ultimo re assiro, Sin-Shar-Ishkun (633 a.C. – 612 a.C.) e distruggere, per sempre, la potenza assira.

Alla caduta dell’Assiria seguì un sessantennio di equilibrio di forze tra le potenze dell’epoca.

Nessun servizio segreto previde però la rivolta di Ciro il Grande (591 a.C. – 529 a.C.) di Persia contro la Media e il fulmineo colpo di mano che gli fece conquistare l’impero dei Medi, nella primavera del 550 a.C.

Rotto l’equilibrio, i diversi servizi segreti non riuscirono più a mantenere lo stato di bilanciamento delle forze tra i vari stati e i Persiani procedettero ad annettersi, nell’ordine, la Lidia nel 547 a.C., con le città greche della Ionia, Babilonia nel 538 a.C., Cipro e le isole del Dodecaneso nel 532 a.C., la Tracia nel 528 a.C., l’Egitto nel 525 a.C., la Macedonia nel 521 a.C., l’Epiro nel 519 a.C.

È altresì attestato che, nel 518 a.C., terminata la conquista dell’India e del Pamir, il re persiano Dario I avesse inviato emissari sotto mentite spoglie per avere notizie della Grecia e della Magna Grecia, al fine di procedere all’annessione di tutti questi territori e, forse, dell’intera Italia.

Anche la rivolta ionia contro i Persiani (500 a.C. – 494 a.C.) pare fosse iniziata tramite un messaggio segreto, stando al racconto dello storico Erodoto d’Alicarnasso (484 a.C. – 425 a.C.).

Agenti segreti erano al servizio dei Romani almeno dall’epoca dell’ultimo re, Tarquinio il Superbo (551 a.C. – 474 a.C.), quando organizzò un complotto per impossessarsi della città di Gabi, dopo averne fatto uccidere i personaggi di

maggior risalto, grazie ad un commando di spie.

Anche gli Etruschi della città di Chiusi possedevano agenti segreti. Romani ed Etruschi non riuscirono però a prevenire l’invasione dei Galli di Brenno nel 390 a.C., che sconfisse l’esercito romano nella battaglia del fiume Allia.

I Romani.

I Romani utilizzarono più volte i propri servizi segreti nei momenti cruciali per la sopravvivenza dello Stato. Osservatori romani in incognito prepararono il terreno sia alla conquista di Veio (396 a.C.), sia alla sofferta vittoria sui Latini presso il Lago Regillo (496 a.C.496 a.C.). Inoltre, la sorte della campagna italica del re dell’Epiro, Pirro (318 a.C. – 272 a.C.), fu segnata dalla vittoria romana a Maleventum (poi ribattezzata “Beneventum”) nel 275 a.C., proprio grazie alle informazioni ottenute dai servizi segreti cartaginesi, alleati dei romani stessi.

Nella seconda Guerra Punica, i romani intercettarono i messaggeri di Annibale (247 a.C. – 183 a.C.) nella cittadina spagnola di Ampurias, dove appresero il piano strategico dell’invasione dell’Italia attraverso le Alpi (218 a.C.), fallendo nel tentativo di bloccare il condottiero punico presso il fiume Rodano.

Intercettarono anche gli araldi di Asdrubale (245 a.C. – 207 a.C.), che aveva attraversato, a sua volta, le Alpi, per portare aiuti ad Annibale e lo affrontarono presso il fiume Metauro, facendo fallire il piano cartaginese. Infine, affrontarono ed uccisero Magone (241 a.C. – 203 a.C.) presso Savona, ancora una volta dopo aver intercettato gli emissari cartaginesi.

Giulio Cesare (101 a.C. – 44 a.C.) impiegò la crittografia dei documenti durante la Guerra Gallica (58 a.C. – 52 a.C.). Il metodo, semplice ma efficace, consisteva nella traslitterazione, dove ad una lettera ne veniva sostituita un’altra, come

attestato nel De bello Gallico. La stessa campagna contro la Britannia (settembre 55 a.C. – luglio 54 a.C.) fu preparata grazie all’aiuto degl’informatori gallici.

Fallirono apparentemente il loro compito le spie al soldo di Marco Licinio Crasso (114 a.C. – 53 a.C.), ma si scoprì che erano passate al soldo dei Parti, il che condusse alla disastrosa battaglia di Carre (odierna città turca di Harran).

Il generale romano Agricola (40 d.C. – 93 d.C.) preparò l’intera campagna contro l’attuale Scozia ed una spedizione punitiva contro l’attuale Irlanda mediante l’utilizzo di esploratori-spia che precedevano l’avanzare dell’esercito (80 d.C. – 84 d.C.).

Il canto del cigno del servizio segreto romano si ebbe sotto l’imperatore Flavio Claudio Giuliano (331 – 363). La vittoria di Argentoratum (odierna Strasburgo) nel 357 e le vittorie della campagna contro i Persiani Sassanidi del 363 (campagna in cui l’imperatore trovò la morte), furono ottenute dopo una meticolosa pianificazione tramite i dati inviati da spie e osservatori.

In tempo di guerra, l’intelligence dell’esercito era affidata agli exploratores e agli speculatores, che andavano in avanscoperta e interrogavano i prigionieri.

Incarichi speciali per raccogliere informazioni erano affidati anche ai frumentari, funzionari militari addetti al reperimento di vettovaglie.

Nell’Impero Romano, gli addetti ai servizi di informazione e spionaggio, furono poi denominati agentes in rebus (agenti in missione) ed erano detti curiosi, poiché investigavano ovunque. Dipendevano da una sorta di “ministro dell’informazione”, il magister officiorum e furono istituiti da Diocleziano.

L’Impero Bizantino possedeva un notevole organico di uomini dediti allo spionaggio, al sabotaggio, alla corruzione, all’omicidio mirato. Ne è testimonianza l’episodio della congiura ordita ai danni del re degli Unni, Attila (406 – 453), che

avrebbe dovuto concludersi con l’omicidio del re barbaro.

Anche Bisanzio pullulava di agenti che praticavano il doppio gioco. Con gli Unni il conto venne saldato l’anno successivo, alla morte di Attila, quando la rivolta dei barbari sottomessi, portò alla definitiva sconfitta degli Unni medesimi e al collasso del loro impero, al termine della battaglia del fiume Nedao, nel 454 d.C.

Come lascia intendere lo storico Jordanes, impiegato nella cancelleria imperiale di Costantinopoli, anche se non coevo della summenzionata battaglia, i Bizantini fomentarono tale rivolta barbarica e addestrarono i rivoltosi.

Venezia segretissima.

Durante il Medioevo e fino alla sua caduta nel 1797, la Serenissima Repubblica di Venezia fu la potenza meglio organizzata in tema di servizi segreti.

Il servizio segreto lagunare era dotato di fondi pressoché illimitati e quasi del tutto svincolato da controlli, proprio perché da esso dipese, in più di un’occasione, la sopravvivenza di Venezia stessa.

Dal 1506 era attivo il Segretario alle cifre, “ministro delle spie”, ed il controspionaggio era formato da “spie onorate”, antesignani dei professionisti dei nostri giorni. A Venezia le denunce anonime in materia di spionaggio, venivano depositate in speciali cassette dette boche de leòn. Ed il primo ad usare il termine “agente segreto” fu l’avventuriero Giacomo Casanova, che fu anche una spia.

Sembra oramai assodato che l’imperatore Federico Barbarossa (1122 – 1190) avesse informatori infiltrati sia nella Lega Veronese, sia nella successiva Lega Lombarda, ma ciò non gli evitò la sconfitta a Legnano nel 1176.

Un secolo dopo, la battaglia che vide i Guelfi di Firenze sconfitti duramente dai Ghibellini di Siena, di Pisa e di Firenze stessa, a Montaperti nel 1260, fu ottenuta grazie agli agenti che indussero Bocca degli Abati a tradire la patria.

Ninja e Primula Rossa.

I servizi di informazione hanno giocato una parte importante nell’Inghilterra elisabettiana, ma anche durante il Giappone feudale, dove venivano utilizzati i ninja per ottenere informazioni.

Molte moderne tecniche di spionaggio erano già state sviluppate. Anche se in Occidente lo spionaggio fu praticato fin dall’antichità, particolarmente da Egiziani, Cartaginesi e Romani, le prime organizzazioni regolari spionistiche si svilupparono solo nel XVI secolo, presso vari Stati europei, specialmente in Francia e Gran Bretagna.

Il re Luigi XIV di Francia (il “Re Sole”, 1638 – 1715) diede un notevole impulso all’organizzazione dei servizi segreti.

Durante la Rivoluzione Francese e il successivo regno di i servizi segreti (la Sûreté) ebbero un ruolo molto attivo. La prima polizia segreta nacque proprio durante la Rivoluzione francese.

Del tutto leggendaria è, invece, la figura della “Primula Rossa”. Il ministro della polizia Joseph Fouché mise in piedi una potente rete di spie, perfezionando i sistemi utilizzati nel XVII secolo dal cardinale Richelieu, il cui consigliere, un frate detto “eminenza grigia”, era stato il capo dell’organizzazione dello spionaggio.

L’ex galeotto Eugène-François Vidocq, fu poi il fondatore della Sûreté francese e del Bureau des Reinsegnements (l’Ufficio delle Informazioni).

Gli Stati Uniti dovettero affrontare il problema dello spionaggio fin dal momento della loro nascita, tanto che l’appellativo di “Benedict Arnold” (14 gennaio 1741 – 14 giugno 1801) è considerato altamente infamante, essendo stato questi il primo traditore della patria.

Innovazioni e Spionaggio militare.

Un’innovazione nella strategia dei servizi segreti è stata attuata durante la seconda guerra mondiale, con l’integrazione delle attività di spionaggio, sabotaggio, guerriglia, attività dietro le linee del fronte nemico se non, addirittura, in territorio nemico (resistenza, guerra parallela, che va sotto il nome di “quinta colonna”).

Il creatore dei moderni sistemi di spionaggio può considerarsi il tedesco Wilhelm Stieber (1818 – 1882), che verso la fine del XIX secolo, organizzò vaste reti di agenti di ambo i sessi e di varie categorie sociali dislocati in tutte le parti del mondo e facenti capo a centri periferici, subordinati, a loro volta, ad un organo centrale, una struttura altamente verticalizzata.

Il “Gabinetto nero” era, invece, un ufficio per lo spionaggio postale creato dall’Impero austroungarico. Prevalentemente formato da francesi e napoletani che erano abilissimi ad aprire e richiudere la corrispondenza, senza lasciare alcuna traccia, nonché a scrivere false lettere.

Sull’esempio tedesco sorsero, in vari paesi, organizzazioni analoghe variamente denominate, quali l’Intelligence Service in Inghilterra, il Deuxième Bureau in Francia, il Servizio Informazioni Militari (SIM) in Italia, l’Organizzazione preposta alla sicurezza dello Stato (KGB) in Unione Sovietica, il Mossad in Israele, ecc. che si distinsero per le loro brillanti azioni durante la prima guerra mondiale e ancora di più, nel corso della seconda.

Nei vari paesi sorsero centrali di spionaggio e controspionaggio e, per alcuni stati, spionaggio e polizia politica.

Nel dopoguerra nacque la Central Intelligence Agency (CIA) negli Stati Uniti.

Lo spionaggio militare è la forma più antica di spionaggio, poichè praticato, come accennato in precedenza, fin dall’epoca dei Sumeri, a partire dal 4000 a.C. Come affermava Napoleone Bonaparte “Chi colpisce per primo, colpisce due volte!”. Nel corso della storia, molte battaglie, innumerevoli conflitti e intere decisioni politiche e militari sono dipese dallo spionaggio militare. Un esempio è La Battaglia di Midway (4-6 giugno 1942), combattuta fra Stati Uniti e Giappone per il predominio nell’area dell’Oceano Pacifico e dell’Oceania, che vide la schiacciante vittoria dei primi e il declino del secondo.

I giapponesi stavano cercando di infliggere la “spallata” decisiva agli americani e avevano individuato nel caposaldo dell’Atollo di Midway il punto debole dello schieramento avversario. Come diversivo avevano iniziato l’invasione dell’Arcipelago delle Aleutine, che rappresenta ad oggi l’unico territorio americano invaso dai tempi dalla guerra del 1812 – 1814 contro la Gran Bretagna.

Gli americani, però, avevano decripttato, già dal 1940, ad insaputa dei giapponesi stessi, con il sistema “Codice Magic”, i codici militari giapponesi ed erano informati sia del diversivo rappresentato dalle Aleutine, sia del fatto che l’obiettivo principale fosse un altro, sebbene i giapponesi non l’avessero a quel momento reso noto esplicitamente. Avevano intuito che l’obiettivo principale potesse essere Midway, per cui tesero un tranello ai nipponici. Diramarono così la falsa notizia che Midway, fosse senza riserve d’acqua potabile per un guasto al dissalatore di acqua marina. Il messaggio venne trasmesso in un codice cifrato, di cui era segretamente nota la violazione da parte del nemico, il quale, nei successivi comunicati, iniziò a parlare del “problema” della sete che affliggeva l’isola.

Quando furono note le date dell’attacco, i giapponesi constatarono, con grande loro sorpresa, di aver di fronte l’intera forza navale statunitense.

In un altro episodio, durante il conflitto del Pacifico, gli americani decisero di eliminare definitivamente la mente strategica del nemico: abbattere l’aereo che trasportava l’ammiraglio Isoroku Yamamoto (1884 – 1943). Il fatto avvenne il 18 aprile 1943, sulla verticale di Bougainville nelle Isole Salomone. Tutto questo esattamente un anno dopo il primo bombardamento americano su Tokyo, avvenuto il 18 aprile 1942.

La battaglia di Mosca (5 – 20 dicembre 1941) fu vinta dai russi sui nazisti perché il servizio segreto sovietico aveva ricevuto da Richard Sorge (1895 – 1944), la più grande spia russa del secondo conflitto mondiale, la notizia riservata che i giapponesi avrebbero attaccato i soli americani. I tedeschi, in pratica, si ritrovarono di fronte tutte le forze armate siberiane, acclimatate alle rigide temperature dell’inverno russo e alle tempeste di neve, provenienti dalle regioni del Pamir e degli Altai, il cui fronte era stato, grazie ai rapporti inviati da Sorge, sguarnito in tutta sicurezza.

I russi, nel secondo conflitto mondiale, disponevano del più efficiente sistema di spionaggio, a differenza dei tedeschi che avevano il miglior servizio segreto della prima guerra mondiale.

Nel corso della battaglia di Mosca, avevano replicato sostanzialmente la tattica che i Romani adottarono nel 207 a.C., intercettando i rifornimenti di Annibale (247 a.C. – 183 a.C.) nella Battaglia del Metauro.

Adolf Hitler (1889 – 1945) dichiarò: “I russi sono degli esseri inferiori, ma Stalin ha un’unica dote in più di me, ovvero il suo servizio segreto”.

Iosif Stalin (1879 – 1953) aveva effettivamente infiltrato Berlino con una potente rete spionistica, denominata “Orchestra Rossa” (“Die Rote Kapelle”). Per non esser da meno, si era infiltrato a Londra e Washington con gli agenti del “Gruppo di Cambridge” di Kim Philby (1912 – 1988).

Spionaggio civile e crittografia.

Lo “spionaggio civile” fu, invece, praticato la prima volta dai Fenici intorno al 1000 a.C., poiché tale popolo era dedito soprattutto al commercio via mare.

Lo spionaggio civile si prefigge principalmente l’obiettivo di carpire i segreti industriali e le varie strategie commerciali e finanziarie del nemico o concorrente, ma anche degli alleati. Anche in questo campo, nel corso della storia, si contano svariati episodi.

In questa lettura storia sullo spionaggio, è interessante notare, oltremodo, come già sin dall’antichità si utilizzassero “linguaggi segreti” o “messaggi in codice”.

Già nel 1900 a.C. gli Egizi usavano geroglifici diversi dagli standard per le comunicazioni tra faraone e i generali.

Nel IX secolo a.C. a Sparta era in uso un rudimentale sistema per brevi dispacci militari: la scitola. Era un bastoncino di legno, attorno al quale era arrotolata una striscia di pelle con il messaggio. Per decifrare il messaggio bisognava possedere una bacchetta identica.

Nell’Antico Testamento biblico furono rintracciate tre tecniche crittografiche. In primo luogo l’Atbash, acronimo nato dall’unione delle prime e delle ultime due lettere dell’alfabeto ebraico, ovvero Aleph, Taw, Beth, Shin, usato dal profeta

Geremia. Poi c’era l’Albam, che richiedeva che l’alfabeto fosse diviso in due parti e che ogni lettera di una metà fosse sostituita con la corrispondente dell’altra metà. E infine l’Atbah in cui le lettere erano legate fra di loro da relazioni numeriche.

Il codice usato da Giulio Cesare, invece, comportava la traslitterazione: ogni lettera del testo era sostituita da quella che la segue di tre posti.

Nel Medioevo, i monaci in testi sacri avevano molti messaggi nascosti con codici segreti.

Nel XV secolo l’umanista ed architetto Leon Battista Alberti inventò il “sistema polialfabetico”(più alfabeti mescolati e cambiati saltuariamente secondo uno schema segreto). Nasceva così la crittografia moderna. Il metodo prevedeva l’utilizzazione di un meccanismo cifrante costituito da due dischi che ruotano l’uno sull’altro, in modo che la stessa lettera del testo in chiaro non fosse sempre cifrata con uno stesso carattere.

Nel XVI secolo Blaise de Vigenère propose in un trattato (1586), un codice che ebbe molta fortuna e che porta il suo nome (Cifrario di Vigenère). Utilizzava 26 alfabeti cifranti per trascrivere in codice un solo messaggio.

Le prime macchine cifranti nascono tra XIX e XX secolo all’epoca dell’invenzione del telegrafo e della radio. Famoso fu il cifrario di Jefferson, ideato dal futuro presidente statunitense Thomas Jefferson. La Repubblica di Venezia ebbe importanza storica nell’uso dei codici cifrati. Già nel Duecento compaiono alcune lettere greche ed ebraiche, allora ignote ai più, al posto di nomi propri o frasi importanti.

Successivamente, si svilupparono i nomenclatori ed il linguaggio convenzionale spesso era mutuato dal mondo mercantile (olive=fanteria, limoni=cavalleria, immediata spedizione di un carico=immediata conclusione della pace). Si vedrà, dopo, l’ampliamento di tali nomenclatori con l’uso, oltre che della lingua ebraica, di lineette trasversali, di figure e segni di fantasia.

Nell’ambito della riforma La Marmora, nel 1855, nello Stato Maggiore dell’Esercito sabaudo, veniva istituita la sezione servizi segreti, primo organismo italiano ad avere questa denominazione.

Nel 1872 l’organizzazione della “sezione informazioni del Primo Riparto” dello Stato Maggiore viene già sottoposta a riorganizzazione. Nel 1884 nascerà il servizio informazioni della Regia Marina.

Spionaggio, Guerra Psicologica e Intelligence.

Nel 1912, in Italia, il colonnello Rosolino Poggi, era comandante della struttura informativa e tentò, vanamente, di potenziare il servizio. Il governo ritenne di provvedervi solo nel 1914, alle soglie dello scoppio della Grande Guerra.

Nel 1916 vi furono le prime sperimentazioni di intercettazione telefonica, e successivamente, con la cosiddetta “Legione Sacra”, si iniziò l’innovativo progetto della guerra psicologica, ovviamente sotto il coordinamento del Servizio Informazioni, mentre nel 1919 nascerà l’AARR, Ufficio Affari Riservati che verrà però soppresso nel 1974.

Nel 1925 venne creato il Servizio Informazioni Militare e nell’anno successivo, nacque l’OVRA, ovvero la polizia segreta del governo Mussolini.

Durante la Seconda guerra mondiale vi fu la tendenza alla moltiplicazione degli enti di intelligence, Di conseguenza, in Italia si distinguevano: il Servizio informazioni militare; . il Centro controspionaggio (CS); il Servizio informazioni Aeronautica (SIA); il Servizio informazioni e sicurezza della Marina (SIS); il Servizio informazioni dell’Esercito (SIE); il Servizio informazioni speciali epoi, dal 1940, una direzione degli Uffici “I”, presso ciascuna forza armata.

Nel 1940, il controspionaggio diventò una vera branca autonoma dei servizi, con la denominazione di “Controspionaggio militare e servizi speciali“ (CSMSS).

La Repubblica Sociale Italiana organizzò un proprio servizio “I”, che fu attivo inizialmente attivo a Roma e poi a Volta Mantovana. La segretezza si desumeva anche dal nome criptico “Ufficio statistiche delle forze armate”. In realtà, si trattava proprio del SID.

Le sezioni operative del SID fascista repubblicano erano: “Alfa”, per la direzione dei centri periferici; “Beta”, per la crittografia; “Sigma”, sezione politica e “Omega”, sovrintendente alla censura.

Nell’immediato secondo dopoguerra, i servizi lavorarono sotto la supervisione delle autorità anglo-americane. Le strutture informative lavorarono soprattutto nella ricerca di soggetti cui erano ascritti crimini di guerra.

L’attività dei servizi italiani, fu, successivamente, influenzata fortemente dal ruolo della NATO.

Negli anni ’50, sale alla ribalta l’Ufficio Affari Riservati del Ministero dell’interno (poi Divisione Affari riservati), che sarà soppresso nel 1974, con le sue sedi periferiche nelle questure. SIFAR e Affari riservati, si intralceranno, contrastandosi più volte.

L’Ufficio Affari Riservati ( AARR) di Barletta era articolato su due sezioni (denominate rispettivamente “Sinistra e stranieri” e “Situazione interna e destra”) ed un Casellario Politico Centrale. Alle dipendenze dell’AARR, presso ciascuna

questura, erano dislocati gli Uffici Vigilanza Stranieri (UVS), che al di là del loro compito ufficiale, svolgevano clandestinamente molti compiti di controspionaggio, tra cui la sorveglianza dei partiti di sinistra.

Gladio e la riforma dei Servizi Segreti.

Il 28 novembre 1956 nasce l’Organizzazione Gladio, anche se diverrà di pubblico dominio, almeno apparentemente, soltanto una quarantina d’anni più tardi.

Sembra, peraltro, che Gladio avesse avuto qualche precedente, in particolare un imprecisato “nucleo Duca”.

L’organico della Gladio contava su 622 operativi, ripartiti in 40 cellule, di cui 6 di spionaggio, 6 di propaganda, 6 di evasione e fuga, 10 di sabotaggio, 12 di guerriglia.

La struttura addestrativa cominciò a funzionare tra il 1956 ed il 1958, con la denominazione di Centro Addestramento Guastatori e contemporaneamente, nell’Ufficio R del SIFAR, veniva costituita la sezione SAD.

La scelta di ribattezzare SID quello che si era chiamato SIFAR non fu ritenuta particolarmente felice sul piano storico, a causa dell’omonimia con lo stesso servizio attivo nella Repubblica Sociale Italiana.

Il campo d’azione del SID doveva limitarsi alla “difesa militare o sicurezza nazionale”, ma non fu proprio così.

In Parlamento, nel gennaio 1977, viene istituita una Commissione speciale per la riforma dei servizi, che porta alla legge 24 ottobre 1977 n. 801, “Istituzione e ordinamento dei servizi per le informazioni e la sicurezza e disciplina del segreto di Stato”. Di fatto, si giunse ad una prima riforma dei servizi segreti italiani, con la soppressione del SID e la creazione del SISMI e del SISDE.

Nel 1974 era già stato chiuso l’Ufficio affari riservati del ministero dell’Interno, per far posto al l’Ispettorato generale per l’azione contro il terrorismo (IGAT), assorbito nel 1977 dal SISDE.

Tale riforma riorganizzò i servizi con il proposito di renderli più consoni ai principi costituzionali. In particolare: il SID veniva smembrato in due tronconi, il SISDE, connesso principalmente alle esigenze ed agli indirizzi del Ministero dell’interno ed il SISMI, principalmente subordinato al Ministero della difesa; veniva creato il CESIS, depositario di un ruolo di coordinamento, analisi e direzione delle due agenzie, sottoposto all’autorità della Presidenza del Consiglio dei ministri e supremo responsabile delle due formazioni di intelligence; veniva istituito un comitato parlamentare, il COPACO, in qualità di supervisore per le attività delle due agenzie.

Successivamente, il Governo Prodi II varò la legge 3 agosto 2007 n. 124 (“Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica e nuova disciplina del segreto”) che creò un nuovo “sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica”, in particolare ponendo i servizi sotto un più stretto controllo del Presidente del Consiglio dei ministri, cui compete la nomina di direttori e vicedirettori di ciascuna agenzia; ed affidando a questi il coordinamento delle politiche dell’informazione per la sicurezza, il potere di impartire le direttive e, sentito il Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica, di emanare ogni disposizione necessaria per l’organizzazione e il funzionamento del Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica.

Oggi.

I servizi segreti vengono soprattutto uniformati alle principali agenzie estere con la divisione non più tra servizi civili (dipendenti dal ministro dell’interno) e militari (dipendenti dalla Difesa) ma per competenze, con l’AISE che si occupa dell’intelligence all’estero, e l’AISI per il controspionaggio interno. La norma, infine, dettò disposizioni anche in tema di segreto di stato. Come specificato dal Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza (sicurezzanazionale.gov.it), attualmente, in Italia, l’intelligence è lo strumento di cui lo Stato si serve per raccogliere, custodire e diffondere ai soggetti interessati, siano pubblici o private, le informazioni rilevanti per la tutela della sicurezza delle Istituzioni, dei cittadini e delle imprese.

Svolge, pertanto, un ruolo fondamentale e imprescindibile per il quale si serve di professionalità provenienti da ambienti diversi. Tale compito, nel nostro Paese, con la legge 124/2007, è stato affidato al Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza (DIS) e alle due agenzie operative che si occupano della sicurezza interna (AISI) e della sicurezza esterna (AISE).

Tali organismi sono chiamati a garantire l’indipendenza della Repubblica, la salvaguardia delle istituzioni democratiche, la protezione degli interessi politici, economici, industriali, militari e scientifici e la sicurezza cibernetica.

L’intelligence159 può essere descritta come processo informativo definito da un ciclo di azioni articolato su tre fasi:

• Acquisizione della notizia.

• Gestione dell’informazione.

• Comunicazione all’Autorità di Governo.

In considerazione delle nuove sfide e della complessità del contesto interno ed esterno si identificano, oggi, diverse tipologie di raccolta ed elaborazione delle informazioni:

• OSINT, Open Source Intelligence, attività di raccolta delle informazioni mediante l’analisi di fonti aperte.

• IMINT, Imagery Intelligence, attività di raccolta delle informazioni mediante analisi di fotografie aeree o satellitari.

• HUMINT, Human Intelligence, attività di raccolta delle informazioni mediante contatti interpersonali.

• SIGINT, Signal Intelligence, attività di raccolta delle informazioni a analisi di segnali, sia tra persone che tra macchine.

• TECHNINT, Technical Intelligence, riguardante armi ed equipaggiamenti militari.

• MASINT, Measurement and Signature Intelligence, attività di raccolta delle informazioni non classificabili nelle precedenti categorie.

L’intelligence, al contempo, rappresenta uno sforzo continuo di comprendere e spiegare la complessità del mondo, di coglierne i rischi e le opportunità, per difendere lo Stato e salvaguardare le libere istituzioni.

RIF.TO CRIMINAL, Criminologia, Criminalistica, Investigazione, Intelligence, Sicurezza. Mirco Turco, (a cura di), dic. 2020. Primiceri Editore.

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