Neuroscienze e Comportamento Criminale
Introduzione.
L’importanza delle neuroscienze nella comprensione del comportamento criminale ha guadagnato un grande interesse negli ultimi anni. Il comportamento criminale è un fenomeno abbastanza complesso che ha affascinato e preoccupato l’umanità per secoli. La sua comprensione è fondamentale per la società, poiché ci permette di sviluppare strategie efficaci per prevenire, affrontare e ridurre la criminalità. Le neuroscienze si occupano dello studio del sistema nervoso e dei processi neurobiologici nel cervello umano. L’uso delle neuroscienze nel campo della criminologia forense offre una nuova prospettiva sulle cause e le spiegazioni del comportamento criminale, fornendo una base scientifica per comprendere meglio i processi neurali sottostanti. Tradizionalmente, gli studi sulla criminologia si sono concentrati su fattori come l’ambiente socio-economico, la situazione familiare e i fattori comportamentali e psicologici. Tuttavia, l’integrazione delle neuroscienze apre nuove strade per una comprensione più dettagliata e accurata delle radici biologiche del comportamento criminale. L’utilizzo delle neuroscienze nel campo della criminologia forense è stato particolarmente interessante per diversi motivi. Innanzitutto, le neuroscienze offrono un modo oggettivo e scientifico per studiare e misurare i processi neurali sottostanti al comportamento. Questo apre nuove prospettive per identificare i meccanismi biologici che possono contribuire alle tendenze criminali e all’antisocialità. Comprendere i processi neurali sottostanti può aiutare alla progettazione di interventi mirati e personalizzati per individui a rischio o già coinvolti in comportamenti criminali. Ad esempio, l’identificazione di anomalie neurobiologiche potrebbe consentire l’implementazione di programmi di intervento precoce mirati a indirizzare tali anomalie prima che si sviluppino comportamenti criminogeni. L’utilizzo delle neuroscienze nel campo forense ha anche suscitato grande interesse a causa delle sue implicazioni legali. L’analisi delle prove neuro-scientifiche può offrire una nuova luce sulla comprensione delle responsabilità e delle conseguenze delle azioni criminali, così come influenzare le decisioni legali, come la capacità di intendere e il grado di imputabilità.
Breve storia delle neuroscienze.
La storia sulla nascita delle neuroscienze è un percorso affascinante che abbraccia molti secoli di processi scientifici e scoperte rivoluzionarie nel campo della biologia e della medicina. Gli inizi di questa disciplina risalgono all’antichità, quando pensatori greci come Ippocrate e Aristotele iniziarono ad osservare e descrivere il sistema nervoso umano. E’ antica quanto il mondo la diatriba circa la relazione fra mente e cervello. Ippocrate (460-379 a.C.), padre della medicina occidentale, si poneva il problema del rapporto fra cervello e funzioni psichiche e nella sua opera: “Sul male sacro” attribuiva il ruolo di centro delle emozioni al cervello. A questa visione del cervello come centro delle sensazioni e dell’intelligenza si contrapponeva quella di Aristotele (384-322 a.C.) che riteneva che il centro dell’intelletto fosse il cuore. La teoria ippocratica riscosse successo anche durante l’Impero Romano con Galeno (130-200) e resistette per almeno 1500 anni. Tuttavia, il vero progresso nella comprensione del sistema nervoso si ebbe nel Rinascimento, quando anatomisti come Leonardo Da Vinci iniziarono a dissezionare sistematicamente cadaveri e a studiare la struttura del cervello e del sistema nervoso.
Uno dei punti di svolta nella storia delle neuroscienze è stato nel XVII secolo, quando il filosofo e medico Renè Descartes ha proposto la teoria del dualismo Cartesiano, che distingueva il corpo e la mente come due entità separate. Questo ha aperto la strada per una comprensione più approfondita della relazione tra cervello e mente.
Nel corso del XVII e del XIX secolo, nuovi progressi furono raggiunti grazie a scienziati come Luigi Galvani e Alessandro volta, che studiarono l’elettricità nel sistema nervoso e le reazioni muscolari. Nel frattempo, il medico tedesco Franz Joseph Gall sviluppo la dottrina della frenologia, una teoria che sosteneva che la forma del cranio potesse rilevare il carattere e le capacità di una persona.
Verso la fine del XIX secolo, gli scienziati iniziarono a utilizzare nuove tecniche per studiare il sistema nervoso, come la microspia e la colorazione dei tessuti, che permisero di visualizzare le strutture neurali in modo più dettagliato. Inoltre, l’introduzione della teoria dell’evoluzione di Darwin porto a una maggiore comprensione dell’evoluzione del sistema nervoso negli organismi viventi. Durante i secoli successivi i progressi della neuroanatomia furono tanti e alla fine del XIX secolo il quadro riassuntivo delle conoscenze era il seguente:
- Le lesioni del cervello possono distruggere sensazioni, movimento, pensiero e possono causare la morte;
- I neuroni rappresentano l’unità funzionale fondamentale del cervello e i loro prolungamenti si uniscono a formare i fasci nervosi;
- Il cervello comunica con il corpo attraverso i nervi, una sorta di fili elettrici: C. Bell e F. Magendie dimostrarono come ogni nervo fosse in grado di portare informazioni dal e verso il cervello e il midollo spinale;
- Il cervello si costituisce di diverse parti ben identificabili che, probabilmente, presiedono a funzioni differenti: Paul Broca (1824-1880) per primo introdusse l’idea della topografia delle funzioni cerebrali;
- Il cervello opera come una macchina in accordo alle leggi della natura.
La sistematizzazione in un organico approccio interdisciplinare delle indagini scientifiche sul sistema nervoso avviene intorno al 1970 con la fondazione della Società di Neuroscienze, un’associazione di scienziati professionisti (neuroscienziati) che studiano la struttura e il funzionamento del sistema nervoso.
Inoltre nel XX secolo, l’avvento di nuovi strumenti scientifici come l’elettroncefalogramma (EEG) e la microscopia elettronica ha permesso agli scienziati di studiare l’attività e la struttura del cervello con maggiore precisione. Lo sviluppo del campo della genetica ha svolto un ruolo importante nello studio delle basi genetiche delle malattie neurologiche e delle differenze individuali nel funzionamento del cervello.
Negli ultimi decenni, i progressi nella tecnologia delle neuroimaging, come la risonanza magnetica funzionale e la tomografia a emissione di positroni, hanno consentito di ottenere immagini in tempo reale dell’attività cerebrale durante diverse attività cognitive e comportamentali.
Oggi, le neuroscienze rappresentano un campo interdisciplinare che si avvale di conoscenze della biologia, dalla psicologia, dalla chimica e da molti altri settori per studiare e comprendere i meccanismi sottostanti al comportamento, alle emozioni, alla memoria e ad altre funzioni celebrali complesse.
La storia delle neuroscienze è caratterizzata da una serie di importanti scoperte e sviluppi, che hanno gettato le basi per la nostra attuale comprensione del cervello e del sistema nervoso. Questo campo in continua evoluzione continua a suscitare l’interesse di scienziati e ricercatori, con l’obiettivo di migliorare la nostra conoscenza del cervello e sviluppare nuove terapie per le malattie neurologiche e psichiatriche.
tratto da: LE NEUROSCIENZE NELLA VALUTAZIONE DEL COMPORTAMENTO CRIMINALE: UN’ANALISI DELLE IMPLICAZIONI FORENSI. Tesi Master della dr.ssa GIOVANNA CICCARONE