Introduzione storico-letteraria allo studio del crimine

Introduzione storico-letteraria allo studio del crimine

Il crimine, come grave reato contro la persona o contro la società è una realtà preoccupante e parimente misteriosa, tanto da essere “trattato” in ogni spazio, al di là dei tempi e delle epoche storiche.

Se H. Miller sosteneva che “lo studio del crimine comincia con la conoscenza di se stessi”, non si può fare a meno, oggi, come ieri, di analizzare parimente anche le convinzioni o le certezze, le teorie e gli errori, così come i timori e le profonde angosce in letteratura, sorvolando, con una presunta apparente superficialità, su alcuni esempi e casi che, tra il serio e il faceto, segnano dei solchi rilevanti nel settore investigativo e nella stessa criminologia.

Nel 400 a.C. la città di Tebe è sconvolta da una pestilenza. Edipo, avventuriero divenuto re anni prima, scopre che l’unico modo per salvare la città è trovare l’assassino di Laio, precedente sovrano. Assunto i panni di un vero detective, scoprirà con sgomento di aver ucciso, senza saperlo, il suo vero padre (Laio) e di aver conquistato il trono di Tebe sposando Giocasta, la sua vera madre.

L’Edipo re di Sofocle appare, senza dubbio, la narrazione di uno dei più perfetti dei delitti. L’investigatore, infatti, ignora di stare cercando se stesso e la sua missione di ridare ordine ad un mondo sconvolto da crimini, si scontra con il sacrificio di farsi carico di alcune colpe (parricidio e incesto), sopportando la dolorosa esperienza dell’esilio.

La tragedia di Sofocle rappresenta, in modo alquanto suggestivo e metaforico, quella che pare essere la vocazione tragica dell’investigatore moderno.

Passando in rassegna la letteratura poliziesca, gialla e noir, un posto degno di nota, risulta quello di Edgar Allan Poe, nato a Boston nel 1809. In I delitti della Rue Morgue, Il Mistero di Marie Roget, La lettera rubata, Lo scarabeo d’oro, Sei stato tu,  emerge sostanzialmente, un raffronto interessante tra coloro che conducono le indagini in modo ingenuo e gli investigatori propriamente detti che utilizzano la logica deduttiva, riuscendo ad incastrare i colpevoli dei diversi reati.

Il delitto quì appare come una “poesia matematica”, come un’alchimia fra cervello e anima. Gli assassini di Poe appaiono come dannati e vivono una tragedia su cui non hanno alcun controllo.

Ironia della sorte o se vogliamo, quasi per coerenza con le tematiche trattate, nel 1849 Poe muore. La verità sulla sua morte non è stata, di fatto, mai rivelata. Andando avanti con le espressioni letterarie in ambito omicidi e crimini, la vita di Francois Eugene Vidocq appare un ulteriore esempio di come il delitto e la legge siano vincolati strettamente e reciprocamente.

Soldato napoleonico, ossessionato per i duelli e le donne, nonché falsario, Vidocq fu condannato nel 1879 per aver massacrato di botte un rivale in amore. Famoso per le sue evasioni dal carcere, successivamente,  cominciò a collaborare con la polizia dell’austera e seducente Parigi. Da quel momento, offrì la sua “consulenza” e conoscenza del mondo criminale, ricoprendo il ruolo di spia. Dalle sue esperienze, si trasse la considerazione, forse ancora molto attuale, che la mente criminale è la più adatta a comprendere i fuorilegge. L’assunto iniziale di Miller quì, sembra assumere maggiore risonanza.

Negli anni, Vidocq, attraverso la collaborazione di altri ex galeotti, realizzo un’agenzia investigativa privata.

Tra il 1827 e il 1839, Tomas De Quincey si dedica alla trattazione di alcuni celebri delitti della storia, fornendo, inconsapevolmente, una serie di consigli sul “perfetto assassino”. Probabilmente, si deve proprio a lui la distinzione rilevante tra i delitti di tipo “morale” e quelli compiuti in modo “estetico”. Egli consacrò il valore estetico del delitto.

Nella letteratura criminale, non può mancare il riferimento a Sherlock Holmes, personaggio di fama mondiale e se vogliamo anche l’investigatore più celebre di tutti i tempi, nato dalla penna e dalla fantasia di Arthur Conan Doyle nel 1887.

L’importanza del personaggio, nella storia del delitto perfetto, spicca soprattutto per i diversi suggerimenti e tecniche di investigazione che verranno, progressivamente, apprezzate dalle forze di polizia di tutto il mondo. Da un altro lato, ad Holmes e il suo fedele compagno Watson, si devono i modi diversi e creativi di “ammazzare la gente”, così come il contributo rilevante di elevare l’indagine criminale al livello scientifico della medicina. 

Le prime attività di Profiling, e non è un mero caso, hanno origini molto antiche e sono comunque frutto anche delle influenze di alcuni scrittori ed autori che si sono succeduti nelle diverse epoche storiche. Oltre ai diversi generi letterari, il profiling trae origini anche dai primi studi della fisiognomica del XVIII secolo, sino alla frenologia, con i contributi dell’antropologia criminale di Lombroso, all’antropometria segnaletica di Betillon e alle classificazioni di Kretshmer e Scheldon dei primi anni 20 del 900.

Se Lupin è il più celebre ladro gentiluomo di fine Ottocento, Fantomas appare il capostipite di un gruppo di assassini spietati e sanguinosi che accompagnerà le pagine del ‘900. Per Fantomas, la vera perfezione del crimine è proprio lo spargimento di sangue. Egli rappresenta, però, qualcosa di molto lontano dai “tipi criminali” illustrati egregiamente da Cesare Lombroso, con la sua Antropologia Criminale.

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