
Introduzione alla criminologia
di Gessica Grecchi
La Criminologia è la scienza che si occupa di studiare i crimini, i loro autori e le vittime, nonché la reazione sociale e la possibilità di prevenzione dei crimini stessi. Essa ha origini italiane, interne alla medicina legale, in seguito all’approccio della scuola lombrosiana.
Indaga “i fatti criminosi e i loro aspetti fenomenologici, le variazioni nel tempo e nei luoghi, le condizioni sociali ed economiche che ne favoriscono la diffusione e le modificazioni; come pure studia gli autori dei delitti, con le loro caratteristiche psicologiche o psicopatologiche e con i fattori ambientali e situazionali che sono in gioco nel loro agire; e ancora, il campo d’indagine della criminologia comprende i diversi tipi di reazione sociale che il delitto suscita, l’analisi delle conseguenze esercitate dal crimine sulle vittime e degli interventi in loro favore, i ruoli eventualmente da queste giocati nella genesi del delitto; infine, più estensivamente, la criminologia si occupa del fenomeno della devianza, anche nelle sue manifestazioni non delittuose” (Ponti, 2008)
I primissimi albori della Criminologia sono riconducibili al periodo illuminista europeo.
Tra il fine del 700 e la metà dell’800 sono due le teorie criminologiche che si occupano di analizzare il crimine e il criminale.
La Scuola Classica studia che cos’è il crimine e come deve essere punito, si configura come una riflessione giuridico-filosofica e segue un tipo di ragionamento deduttivo. Essa pone l’attenzione sul reato la cui pena è finalizzata sia ad impedire al colpevole di infrangere nuovamente la legge, sia ad impedire che altri cittadini commettano il crimine.
La Scuola Classica afferma il libero arbitrio in quanto il soggetto sa cos’è il bene e cos’è il male ed è responsabile della sua scelta. Il precursore di questa corrente di pensiero in Italia è Cesare Beccaria.
La Scuola Positiva, si concentra sul criminale e utilizza il metodo dell’osservazione empirica, fondandosi sulla necessità della prevenzione. La pena consiste nella punizione del delinquente, e non del reato, dal quale la società deve difendersi tramite la prevenzione delle tendenze antisociali. Questa corrente di pensiero nega il libero arbitrio poiché la tendenza criminale del soggetto è legata a predisposizioni congenite e/o patologiche di cui non è responsabile, in quanto acquisite per nascita. Uno dei maggiori esponenti fu Cesare Lombroso, considerato il fondatore dell’antropologia criminale.
La scuola classica ha posto le basi filosofiche del diritto penale italiano ed europeo, mentre la scuola positiva ha applicato il metodo sperimentale allo studio del delitto e sancito la nascita della criminologia come scienza.
La criminologia non è una scienza unitaria, ma si configura come un settore multidisciplinare. Studiando il fatto criminale, si avvale di contributi provenienti da diverse discipline che preservando la loro individualità, forniscono il proprio sapere allo studio di un medesimo fenomeno.
Tra le principali ritroviamo la psicologia, sociologia, pedagogia, medicina, biologia, statistica e antropologia.
Ma la criminologia si configura anche come una scienza interdisciplinare. Essa viene inclusa nelle scienze criminali ovvero, tutte quelle discipline che hanno come oggetto di studio il crimine, il criminale, la criminalità e la paura della criminalità avendo come scopo l’analisi del reato e di tutto ciò che ne entra a far parte. Tra queste possiamo includere: diritto penale, diritto penitenziario, politica penale, sociologia del diritto, psicologia giuridica, criminalistica e vittimologia.
La criminologia, inoltre, fa parte anche delle scienze forensi, ovvero quelle diverse discipline scientifiche che vengono applicate al campo della legge, sia in ambito civile che penale, come la criminalistica, psichiatria, balistica, archeologia, antropologia, biologia, genetica, patologia, tanatologia, tossicologia, e molte altre ancora. Esse svolgono un ruolo fondamentale nel sistema della giustizia poiché forniscono informazioni necessarie per l’accertamento del reato o di determinati comportamenti sociali.
Se all’inizio, per cercare di comprendere le origini del comportamento criminale si ricorreva a teorie che riscontravano la presenza di una predisposizione innata o particolari caratteristiche socioculturali, con il passare del tempo è divenuto chiaro che le uniche spiegazioni possibili sono quelle multifattoriali, che tengono cioè conto dell’enorme complessità dell’essere umano.
Bibliografia
B. Zoli, R. S. De Luca, C. Macrì, Anatomia del crimine in Italia. Manuale di Criminologia, Milano, Giuffrè Editore, 2013.
Curti S., Criminologia e sociologia della devianza. Un’antologia critica, Cedam Editore, 2020.