
Il saggio grafico nella Grafologia Forense
di Elisa TRICARICO
Il saggio grafico come importante strumento di indagine del perito grafologo.
Il rilascio del saggio grafico è uno strumento di indagine fondamentale per il lavoro peritale.
Il giudice dispone l’acquisizione del saggio grafico che deve essere rilasciato dalla persona la cui firma o scrittura è oggetto di verifica, oppure può essere richiesto dal perito nominato che potrà procedere in tal senso, dopo aver ricevuto l’autorizzazione dal giudice.
Il momento del rilascio del saggio grafico è un momento estremamente delicato sia dal punto di vista psicologico sia dal punto di vista professionale del grafologo forense.
Il grafologo forense, che riveste il ruolo di consulente tecnico del giudice nel caso di un procedimento civile, e di perito del giudice nel caso di un procedimento penale, non può sapere a priori se si dovrà confrontare con un colpevole o con un innocente di una presunta falsificazione di un documento (firma, testamento olografo, o autore di una lettera anonima) e non ha né pregiudizi né preconcetti.
Un limite che interviene spesso nel lavoro del perito grafologo è rappresentato dalle scritture comparative, sempre più scarse in termini di numero e non sempre di buona qualità, o ancora non coeve rispetto al documento oggetto di verifica o disponibili solo in formato fotocopia.
In questi casi, ma non solo, è necessario procedere con la stesura del cosiddetto saggio grafico.
Questo strumento, se ben indirizzato e condotto dal perito, può rivelarsi determinante nella risoluzione della maggior parte dei casi.
Solo un esperto può conoscere tutte le tecniche necessarie per la somministrazione del saggio grafico, pertanto sarebbe opportuno che fosse eseguito sempre alla presenza di un perito grafologo.
Sono svariate le tecniche che possono essere utilizzate dal perito per verificare, soprattutto, la presenza o meno della dissimulazione, tecnica ampiamente diffusa tra gli anonimografi, ad esempio. Ma non solo, infatti possiamo ritrovare la dissimulazione in casi di soggetti che modificano volontariamente la propria firma al fine poi di poterne disconoscerne la paternità, rendendo l’azione favorevole ai propri interessi.
MODALITA’ DI RILASCIO DEL SAGGIO GRAFICO
Il perito o il consulente tecnico nominato disporrà quindi il rilascio del saggio grafico, indicandone la data, l’orario e le parti che sono tenute a presentarsi.
L’unico soggetto obbligato a presentarsi è di fatto colui che deve essere sottoposto al saggio.
E’ sempre però altamente preferibile che siano presenti anche i consulenti tecnici di parte, se nominati, e i rispetti legali, per un procedimento che sia il più equo possibile e super partes, oltre ad una maggiore collaborazione reciproca.
Solitamente il saggio grafico viene condotto presso lo studio del perito o del consulente d’ufficio nominato; è meno opportuno che venga svolto all’interno dell’ufficio del giudice: in tal caso, dovrà essere fatta esplicita istanza.
Di fatto, dalla data indicata dal perito o dal consulente d’ufficio, avranno inizio le cosiddette operazioni peritali.
Il soggetto che dovrà redigere il saggio grafico, colpevole o innocente che sia, è sicuramente sottoposto ad un carico emotivo non indifferente, in quanto è del tutto naturale che si percepisca pressione, anche quando si è di fronte ad un innocente.
Infatti, quasi nessuno è a conoscenze di come si svolgeranno le operazioni peritali e, in particolare, il saggio grafico, e come ogni cosa ignota comporta un certo grado di stress.
Il perito o consulente d’ufficio è tenuto a spiegare preventivamente in che cosa consisterà il saggio grafico e a tranquillizzare lo stesso per smorzare possibili tensioni, che potrebbero comunque insorgere anche tra le parti.
Il saggio grafico costituisce quindi un documento vergato a posteriori rispetto al documento in esame, è importante dunque essere a conoscenza del quadro generale di colui che è sottoposto al saggio grafico, come, ad esempio, lo stato psicofisico del soggetto. È indispensabile conoscere l’età, il sesso e la professione dell’individuo, che comunque deve essere identificato, da parte del perito grafologo, in sede di operazioni peritali, a mezzo di documento di riconoscimento valido.
Il perito o consulente d’ufficio deve conoscere il quadro clinico generale, ossia se vi sia la presenza di malattie o altre cause che possono avere prodotto turbative tali da modificarne o alterarne la grafia.

TECNICHE DI CONDUZIONE DEL SAGGIO GRAFICO
Sarà l’esperienza e la competenza professionale del grafologo forense che permetterà di gestire al meglio questo evento, unico e irripetibile, affinché sia un importante elemento a supporto delle sue indagini e del raggiungimento della verità.
Ogni grafologo forense sarà libero di condurre il saggio grafico applicando tecniche diversificate, ma ci sono delle consuetudini consolidate che vanno tenute in considerazione.
E’ preferibile, ad esempio, iniziare il saggio grafico, che avviene per la maggior parte sotto dettatura, con uno scritto sulla falsa riga di una lettera di presentazione libera da parte di colui che sta redigendo il saggio, in modo tale da sciogliere la mano, la muscolatura di mano, dita e avanbraccio, che sono coinvolti nella grafomotricità, oltre a distendere le tensioni.
E’ inoltre preferibile confrontare una firma apposta su un assegno, con una sottoscrizione proveniente da un documento affine, al pari di come si dovrebbe sottoporre a confronto un indirizzo scritto su una busta piccola con un altro avente le medesime caratteristiche.
Un aspetto estremamente importante, che agevola il lavoro del grafologo forense, è la spontaneità di chi sottoscrive il saggio grafico, la cui scrittura dovrebbe rimanere la propria abituale, anche perché l’esperto si accorge con una certa facilità se il soggetto sta tentando di dissimulare la propria scrittura volontariamente, al fine di non farsi riconoscere come l’autore del documento oggetto di verifica.
La prima cosa che deve essere cercata in una scrittura comparativa è la naturalezza, segni che, a volte, si vorrebbero soffocati dalla dissimulazione. Il camuffamento grafico, l’alterazione volontaria del proprio grafismo è un aspetto molto insidioso per le indagini. È evidente, infatti, che qualsiasi elemento modificante la scrittura, in sede comparativa, potrebbe influire negativamente sull’accertamento della verità. Ecco perché, nel caso in cui scritture di esecuzione spontanea del soggetto sottoposto ad indagine grafica non siano reperibili, occorre che il saggio grafico venga esperito con tutta l’accortezza possibile affinché si possa tranquillamente affermare che la scrittura prodotta sia stata vergata dalla stessa persona che ha vergato quella in verifica.
Il comportamento da adottarsi, con il soggetto sottoposto a saggio grafico, può essere importante per la riuscita dello stesso, nel senso che, mettendo a proprio agio chi si appresta a scrivere, vi è una maggiore possibilità che, lo stesso, produca una scrittura spontaneamente simile a quella abituale. Può essere utile mettere a conoscenza il soggetto, estraneo o no alla verifica, che, in qualsiasi modo dovesse scrivere, tanto la sua scrittura naturale verrà individuata; ciò potrebbe tranquillizzare il soggetto innocente. Infatti, la persona sottoposta a saggio grafico, anche se estranea al procedimento giudiziario, potrebbe generare una scrittura diversa da quella solita e ciò risulta comprensibile se si considera lo stato di stress in cui si trova, producendo, ad esempio, un tracciato più irrigidito di quello naturale, senza che ci sia, in questo caso, un tentativo di dissimulazione orientato al non farsi riconoscere.
Dopo aver debitamente analizzato la scrittura in verifica, il grafologo forense può dettare allo scrivente, oltre alle parole contenute nel testo in verifica, parole diverse che però dovrebbero contenere gli elementi delle prime.
L’esperienza, comunque, insegna che, se il soggetto che si appresta a redigere il saggio è stato l’esecutore della scrittura da esaminare, può accadere che egli ricordi nei minimi particolari come si è adoperato quando ha prodotto la stessa, producendo una grafia difforme dalla sua abituale. Inoltre acquisire uno scritto autonomo, aiuta ad identificare la personalità grafica dello scrivente.
Altra accortezza deve essere quella di far utilizzare il medesimo mezzo scrittorio usato dall’esecutore dello scritto in verifica variandolo con altri; è necessario anche prendere in considerazione il piano scrittorio: esso, a seconda se rigido o elastico, influenza il rilevamento della pressione, facendo sì che scritture appartenenti alla stessa persona mostrino segni pressori in contrasto tra di loro, così come per quanto riguarda lo strumento scrittorio. Un pennarello usato in un documento in verifica, deve essere similare a quello utilizzato durante il saggio grafico, proprio per non alterare le valutazioni sulla pressione o su altri elementi grafici.
Gli esperti hanno sviluppato tecniche sempre più raffinate per ottenere, dal soggetto sottoposto ad indagine, scritture comparative che siano esenti dalla dissimulazione. È evidente che, per quanto lo scrivente possa essersi allenato, se gli viene richiesto di scrivere a lungo sotto dettatura senza pause la stanchezza dovuta all’azione dello scrivere, da un lato, e la costante preoccupazione di sbagliare, dall’altro, possono disorientarlo a tal punto da comprometterne l’eventuale impegno dissimulativo. Entro certi limiti, nel saggio stesso, emergerà la grafia naturale ed abituale del soggetto, mostrando indiscutibilmente i tratti grafici denominati “gesti fuggitivi”.
Altra tecnica è quella del saggio utilizzando una penna senza inchiostro, in cui di fatto l’autore non vede esattamente ciò che sta scrivendo, perdendo quindi la capacità attentiva.
Il saggio grafico deve inoltre comprendere critti in corsivo, in stampatello, con un tracciato più veloce, più lento, più grande, più piccolo, ed infine anche con la mano sinistra, parole intere e singole lettere, maiuscole e minuscole, cifre singole e raggruppate (soprattutto le centinaia e le migliaia), segni grafici particolari (ad esempio, il “cancelletto” che si usa agli estremi degli importi). La varietà di composizioni letterali, inoltre, garantisce un esame comparativo interno nell’ambito del saggio grafico.
Infine, indubbiamente, il saggio grafico deve essere il più lungo possibile, sia per garantire un buon lavoro tecnico e scientifico, sia per far emergere le peculiarità grafiche più importanti del soggetto.