Il Protocollo CBCA

Il Protocollo CBCA

di Mirco Turco

Il PROTOCOLLO CBCA

Il CBCA (Criteria-Based Content Analysis) è un’Analisi della Validità di Contenuto, della deposizione del testimone, volta a valutarne la qualità. È spesso utilizzata nei casi di resoconti di minori vittime di abuso sessuale.

Il protocollo CBCA prevede la presenza o meno di alcuni “criteri” che vengono illustrati di seguito. Per ogni criterio, si assegna un punteggio a seconda della presenza.

Criterio fortemente presente: 2, parzialmente presente: 1, assente:0

I casi confermati si distribuiscono tra 16 e 34 punti, mentre quelli dubbiosi tra 0 e 10 punti; il punteggio medio ottenuto nei casi confermati è 24,8 punti, mentre quello dei casi altamente dubbiosi è 3,6 punti.

CriteriValutazione
CARATTERISTICHE GENERALI
1 – Struttura logica
2 – Produzione non strutturata
3 – Quantità di dettagli
CONTENUTO SPECIFICO
4 – Aspetti contestuali
5 – Descrizione di interazioni
6 – Riproduzione di conversazioni
7 – Complicazioni inaspettate durante l’evento critico
PARTICOLARITA’ DI CONTENUTO
8 – Dettagli inusuali
9 – Dettagli superflui
10 – Dettagli incompresi ma riportati accuratamente
11 – Associazioni esterne collegate
12 – Descrizione del proprio stato mentale
13 – Descrizione di stati mentali del presunto reo
MOTIVAZIONE
14 – Correzioni spontanee
15 – Ammissione di mancanza di memoria
16 -Dubbi sulla propria testimonianza
17 – Autocolpevolizzazione
18 – Perdono nei confronti dell’accusato
ELEMENTI SPECIFICI DELL’OFFESA
19 – Dettagli peculiari del reato
Totale

Leggete l’esempio seguente e provate ad applicare il protocollo CBCA.

Ieri pomeriggio, verso le 16, stavo parcheggiando la macchina ma non trovavo un posto adeguato, così ho imboccato una stradina chiusa che conoscono in pochi e ho fermato la macchina.

Mentre chiudevo a chiave, un tipo, penso straniero, si è avvicinato, borbottando qualcosa. Ho intuito che era mezzo ubriaco e mi sono allontanato senza dargli troppo credito.

Ho pensato che la macchina fosse al sicuro, poiché era vicino alla Camera di Commercio, dove, tra l’altro ci sono delle telecamere. All’improvviso ho sentito un forte rumore. Mi sono girato ed ho visto il vetro della mia auto in frantumi. Quel tipo lo aveva rotto in una frazione di secondi, prendendo un oggetto da terra, forse una pietra.

Mi sono subito avvicinato, mentre il vandalo proseguiva il suo cammino, fregandosene di tutto. Ho preso il cellulare ed ho chiamato la polizia. Nel frattempo, ho scattato una foto al tipo e mi sono messo a seguirlo a debita distanza, senza che lui potesse vedermi. Mi sono accorto che camminava in modo strano, forse era zoppo e indossava una giacca lunga in pelle nera.

La polizia mi ha chiesto dove fossi e ho fornito la via che stavo percorrendo insieme al soggetto. In realtà è passato un bel po’ di tempo. Circa 15 minuti prima che la polizia mi raggiungesse. Nel frattempo il vandalo era entrato in un portone di un condominio e accorgendosi che lo stavo inseguendo, si è nascosto all’interno. Io ho aspettato qualche minuto e poi sono arrivati gli agenti. Ho spiegato l’accaduto e gli agenti sono entrati nel palazzo. Dopo 5 minuti sono usciti e mi hanno detto che non c’era nessuno, chiedendomi se fossi sicuro che il soggetto fosse entrato proprio lì.

Ovviamente si”, ho risposto, innervosendomi poiché stavano mettendo in dubbio le mie parole. Poi, con tranquillità, hanno detto che avrebbero aspettato un poco e mi hanno suggerito di andare in centrale per denunciare l’accaduto. Sinceramente mi sono stranito un po’, poiché sarebbe stato sufficiente il fatto che fossero arrivati sul posto e che già avessero raccolto la mia testimonianza. Ho anche mostrato la foto che avevo scattato. In quegli attimi ho compreso che, sinceramente, avessero poca voglia di indagare sull’accaduto. Forse, per il fatto che fosse domenica! Poi, ho pensato che magari mi stavo sbagliando a fare quelle considerazioni.

Ritornando verso la macchina, sinceramente un po’ deluso dal tutto, ho ripensato all’accaduto e mi sono chiesto se effettivamente, il soggetto aveva imboccato quell’ingresso di quel condominio o se potesse essere quello accanto, poiché erano simili. Ma non poteva essere così, perché l’ingresso imboccato dal soggetto aveva anche dei manifesti di un morto affissi sulle pareti.

Forse avrei potuto gestire diversamente la cosa. Magari, avrei dovuto bloccarlo io direttamente. Poi, però, ho pensato che potevo complicare la situazione. In fondo, quel tipo mi sembrava ubriaco e zoppicava. Un poveraccio! Mi mancava solo una denuncia per lesioni gravi! Oltre il danno, la beffa.