Donato Bilancia: uno dei più prolifici serial killer italiani

Donato Bilancia: uno dei più prolifici serial killer italiani

di Gabriella Braccili

Tra il 16 ottobre del 1997 e il 6 maggio del 1998 la riviera ligure fu teatro di una lunga serie di omicidi, che sembrano evolvere in maniera sempre più imprevedibile. Si scoprirà poi che a macchiarsi di quegli omicidi era stato Donato Bilancia, topo d’appartamento che mai prima di allora aveva mostrato indicatori di un comportamento violento.

Donato nacquee a Potenza nel 1951, figlio secondogenito di un impiegato e di una casalinga: una famiglia come tante nell’Italia degli anni ’50. La Famiglia si trasferì in Liguria, più precisamente a Genova, quando lui era giovanissimo ma i rapporti tra i genitori, al riparo delle mura domestiche non furono idilliaci. Il padre, Rocco Bilancia, aveva rigide regole e anche la più piccola delle infrazioni sfociava in punizioni corporali.

Complice la violenza del padre e il clima teso che viveva in casa, Donato iniziò a mostrare un caratteristico segno di disagio: bagnare il letto. Gli episodi di enuresi notturna diventarono oggetto di umiliazione e scherno da parte dei genitori, che ogni volta mettevano il materasso ad asciugare sul balcone dove potevano vederlo tutti. Questo gesto fu interpretato dal bambino come essere esposto alla pubblica gogna e alle prese in giro dei coetanei. L’umiliazione, da parte del padre, avvenne a più riprese anche durante le estati passate con i familiari a Potenza. In quei casi Rocco ridicolizzava il corpo nudo e poco virile del figlio esponendolo alle prese in giro delle cugine.

Durante gli anni delle scuole medie Donato iniziò a frequentare un gruppo di coetanei che lo iniziarono all’attività criminale e, per la prima volta, si sentì parte integrante di un gruppo. Donato nei furti se la cavava, e riuscì a mettersi da parte un bel gruzzoletto. L’ossessione per i soldi andò di pari passo con lo sviluppo in età giovanissima di due vizi: le prostitute e il gioco. La prima volta che venne arrestato, per furto d’auto, era ancora minorenne e finì in quello che all’epoca veniva chiamato riformatorio. I riformatori, infatti, sono esistiti solo fino al 1988 per essere sostituiti dai penitenziari minorili.

Di sicuro la gestione dei riformatori all’epoca aveva ben poco a che vedere con gli obiettivi di rieducazione e reinserimento nella società che hanno i penitenziari di oggi. Anzi, piuttosto possiamo dire che questa esperienza contribuì ad indirizzare Donato Bilancia alla vita criminale. Poco più che maggiorenne finì nuovamente in carcere e fu solo il primo episodio di una lunga lista di soggiorni in prigione. Negli anni ’80 si specializza come “topo d’appartamento”, attività che lo portò ad avere una costante entrata di denaro che spese in scommesse e gioco d’azzardo. Investì anche nell’acquisto di un negozio.

Verso la fine degli anni ’80 però perse non solo il negozio, ma anche il fratello maggiore che si tolse la vita in un tragico evento. Infatti, reduce da una separazione turbolenta finita con l’affido esclusivo del figlio all’ex moglie, il fratello di Donato Bilancia si era gettato sotto ad un treno trascinando con sé anche il figlioletto. Donato aveva ingiustamente considerato l’ex moglie del fratello come responsabile del suo gesto scellerato.

Donato reagì buttandosi a capofitto nei vecchi vizi e nelle attività criminali, circondandosi di “amici fraterni” per cui non risparmiò favori. Per 10 anni andò avanti così, in un precario equilibrio, fino al giorno in cui la fiducia riposta in uno dei suoi “amici fraterni” non venne meno. Infatti, l’amico Maurizio Partenti lo coinvolse come “pollo da spennare” in un giro di gioco d’azzardo dove si scommetteva forte, e di perdevano somme altrettanto ingenti. Donato scoprì il raggiro per caso, ascoltando una conversazione tra Maurizio e il proprietario della bisca.

L’episodio continuerà ad ossessionarlo per mesi e poco alla volta iniziò a pianificare la sua vendetta: riuscì in qualche modo a ottenere l’indirizzo dell’abitazione del proprietario della bisca, l’ex imprenditore Giorgio Centanaro, e la sera del 14 ottobre 1997 lo aggredì mentre rientrava in casa. Qui però decise di soffocarlo per evitare che il rumore dello sparo attirasse la curiosità dei vicini. La prima parte del suo piano era andata in porto. L’ex imprenditore venne trovato morto due giorni più tardi e, fortuna volle, il suo decesso venne archiviato come morte naturale.

Dieci giorni dopo Centenaro toccherà a Parenti, e il modus operandi sarà molto simile. Stavolta si fece invitare in casa con un escamotage: sapeva infatti che l’amico era un collezionista di orologi e gli disse di averne qualcuno che poteva interessargli. Una volta dentro, sempre pistola alla mano, gli fece svuotare la cassaforte per simulare un furto andato male e, dopo avergli spiegato perché lo stava facendo, uccise sia lui che la moglie con una calibro 38.

La vendetta di Donato Bilancia era stata compiuta: sia Centenaro che Parenti erano morti e nessuno sembrava collegare a lui gli omicidi. Poteva riprendere le sue normali attività e dormire sonni tranquilli.

Tre giorni dopo l’ultimo omicidio però accadde qualcosa di inaspettato: una rapina ai danni di una coppia di anziani orafi, Bruno Solari e Maria Luigia Pitto, finì male e Donato Bilancia uccise entrambi. Se ne andò senza refurtiva e con la consapevolezza, forse, che qualcosa dentro di lui era scattato. Dopo i coniugi Solari toccherà a Luciano Marro, cambiavalute con sede a Ventimiglia, che venne derubato e ucciso il 13 novembre 1997.

Dopo l’uccisione di Marro il vortice di eventi sembrò fermarsi, almeno per un po’.

Il 25 gennaio del 1998, dopo averne studiato le abitudini per giorni, Bilancia mieté una nuova vittima: un metronotte che lavora in zona e per cui non aveva particolare simpatia. Lo uccise a colpi di pistola durante il suo giro di controlli. Gli rubò il portafogli, ma lo buttò poco lontano. Non gli interessava più il furto perché aveva trovato un’altra attività in cui era bravo: uccidere.

Dopo un mese di cool-off period Bilancia tornò a colpire, organizzando i suoi crimini con minuzia. Stavolta il tipo di vittime era diverso. Si trattava di due prostitute, Stella Truya e Ludmilla Zubckova, una scelta probabilmente dettata dall’opportunità poiché per la natura della loro attività le prostitute sono tipicamente vittime ad alto rischio e facilmente accessibili. Le adescò con la promessa di una lauta ricompensa, le fece scendere dalla macchina in posti isolati scelti con cura e sparò loro alla nuca con una pistola calibro 38.

Dopo le due passeggiatrici è di nuovo il turno di un cambiavalute (Enzo Gorni), ma fu con l’omicidio successivo che Bilancia commise l’errore che porterà al primo identikit. Donato adescò Lorena, prostituta transessuale, portandola in una villa isolata precedentemente perlustrata e di cui aveva forzato il cancello d’entrata. Prima che potesse aggredirla, intervennero due metronotte, Candido Randò e Massimiliano Gualillo, che colpì con un’arma da fuoco calibro 38. Ferì anche Loredana, che aveva tentato la fuga. Poi, credendola morta tornò dai due metronotte per dare loro il colpo di grazia. Loredana sopravvisse e fornì una prima descrizione del dell’assassino. Un mese più tardi fu la volta di Tessy Adobo, prostituta nigeriana uccisa con diversi colpi di arma da Fuoco. Di nuovo una calibro 38.

A questo punto il modus operandi e la scelta delle vittime cambiò ancora. Durante l’omicidio seguente, che ebbe luogo il 12 aprile, Balestra prese di mira una giovane donna di nome Elisa Zoppetto uccidendola all’interno del bagno di un treno. Nuovamente riuscì a scamparla e nell’arco di soli due giorni uccise una prostituta di nome Kristina Kwalla, tornando al vecchio modus operandi. Il 18 Aprile venne uccisa un’altra donna, di nome Maria Angela Rubino, a bordo di un treno.

Gli inquirenti iniziarono ad avvallare l’idea che ci fosse davvero un Serial Killer a piede libero. A questo killer venne affibbiato dalla stampa il titolo di “Serial Killer dei treni”. Titolo che non tiene conte del fatto che solo 2 delle 17 vittime del Serial Killer sono state effettivamente uccise su un treno. L’ultimo teatro delle uccisioni di Bilancia è stato il 20 Aprile 1998 in una stazione AGIP in cui venne derubato e ucciso il benzinaio Giuseppe Mileto.

Donato Bilancia venne arrestato il 6 maggio 1998. Ad incastrarlo, furono l’identikit e la descrizione della sua macchina forniti da Lorena. Infatti, con l’autoveicolo in questione aveva preso diverse multe mai pagate. Bilancia viene condannato a 13 ergastoli e morì a Padova, dove era stato trasferito, nel 2020 durante un focolaio di Covid-19.

Il profilo di Donato Bilancia è molto complesso, infatti la sua carriera criminale ha una evoluzione atipica. Partirei con ordine, analizzando i diversi crimini:

Il primo omicidio, quello di Centenaro, è mosso da un sentimento di rabbia e dalla volontà di vendicarsi per il torto subito. Bilancia agisce d’Impeto, cogliendo Centenaro impreparato. Non lo prendono solo perché è stato fortunato.

Il secondo omicidio, quello di Parenti e sua moglie, è diverso e più ragionato. Il movente sembra sempre essere lo stesso (la vendetta) ma agisce in modo premeditato ed organizzato. Si fa invitare in casa con un escamotage, e c’è un tentativo di staging della scena del crimine: vuole che sembri un furto andato male. Però non si disfa dell’arma e presumibilmente si reca sul luogo del crimine con la sua macchina. Userà entrambi, macchina e pistola, in modo ripetuto anche negli altri omicidi.

L’omicidio dei coniugi Solano è presumibilmente davvero un furto andato male. Anche in questo caso lo staging della scena del crimine fa pensare ad una persona abbastanza lucida. Stesso discorso di applica con il terzo omicidio, quello di Luciano Marro.

Dal quarto omicidio la musica cambia. Vediamo un Donato bilancia “cacciatore”, il cui scopo non sono più la vendetta o i soldi ma il brivido dell’uccisione. Ci sono alcuni aspetti tipici del criminale organizzato: spesso perlustra i luoghi in cui intende portare o trovare le vittime, le uccisioni sono metodiche e sparpagliate sul territorio quel tanto che basta da non far collegare i casi.

Tuttavia, ci sono elementi tipici anche del criminale disorganizzato: usa la stessa macchina, la stessa arma, si lascia dominare dalle crisi dopo le uccisioni e talvolta vaga in presa al timore di aver lasciato indizi. Ne lascia parecchi, ma fino all’identikit di Lorena non corre reali rischi di essere catturato.

Sceglie vittime ad alto rischio: qualche metronotte, per lo più il suo target sono le prostitute. In un paio di occasioni alza il tiro, uccide due donne nel bagno di un treno. La componente sessuale è presente, soprattutto quando uccide Angela Rubino sul treno e si chiude nella toilette insieme al cadavere per masturbarsi.

Certamente l’evoluzione della carriera criminale di bilancia è molto particolare. È sempre stato vicino agli ambienti criminali, ma per più di 40 anni non aveva sentito la necessità di essere violento. Era un semplice topo d’appartamento. Cosa lo ha spinto dunque a diventare uni dei più prolifici serial killer italiani?

Un forte trigger dal punto di vista psicologico potrebbe venire dalla perdita del fratello suicida. Il “tradimento” degli amici e l’umiliazione da esso derivante, così simile probabilmente da quella inflitta dalla figura paterna, potrebbe essere stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Vittorino Andreoli parlerà a tal proposito di un’enorme svalutazione del sé, che deve essere poi compensata con gesti di generosità altrettanto enorme. Donato ha una enorme necessità di sentirsi accettato.

Possiamo dire che il rapporto con il padre e lo svilimento della sua sessualità possa essere considerata una ferita Narcisistica colmata dal Serial Killer “vendicandosi”: sui falsi amici prima, sulla figura dei metronotte poi, infine sulle donne. Non c’è stata mai una chiara diagnosi di personalità narcisistica, ma sicuramente Donato Bilancia ne presenta alcuni tratti: non era una persona empatica, sembra non aver mai provato rimorso per il suo operato, aveva la tendenza a raggiungere i propri obiettivi a qualsiasi costo e infine aveva un senso grandioso del sé.

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