Criminalità e devianza attraverso l’espressione grafica
di Alessandra Abatelillo
Un diario personale in cui vengono raccolte vicende, emozioni, sensazioni; uno scatto fotografico che cattura tutto ciò che è presente in quell’istante, ciò che siamo in quel momento, ma che può improvvisamente cambiare… Ecco come l’azione scrittoria racconta dello scrivente, della sua natura profonda e delle sue tendenze comportamentali: si evidenzia così la connessione tra grafologia e criminologia, poiché il profilo grafologico aiuta ad indagare nella mente e nel cuore dell’autore del crimine, aiutando a rendere visibile ciò che non sempre lo è.
Lo studio del gesto grafico, quale espressione della natura profonda del soggetto anche nei suoi aspetti più nascosti, offre un valido strumento in ambito criminologico al fine di portare alla luce alcuni lati oscuri dell’individuo, per rintracciare le motivazioni alla base del suo agìto ed eventualmente portare il proprio contributo al fine di trovare i mezzi per prevenire la messa in atto delle sue tendenze devianti.
Il concetto di devianza appare maggiormente complesso rispetto alla semplice definizione di “comportamento che viola una norma”, superando la soglia e traducendo in un agìto concreto gli impulsi distruttivi.
Certamente si considera deviante un atto che si distanzia rispetto a quelli in uso in un determinato contesto sociale e culturale: la devianza, infatti, implica necessariamente l’esistenza di uno specifico gruppo sociale o culturale in cui essa sia riconosciuta e condivisa, nonché l’esistenza, in tale ambito, di norme, aspettative e credenze giudicate legittime e rispettate dalla maggior parte dei suoi membri.
Lo scostamento e la violazione di queste ultime è valutato negativamente dai componenti della collettività considerata e, per tale ragione, suscita riprovazione sul piano etico e morale. Inoltre, la conseguente constatazione della violazione genera una reazione che avrà un’intenzionalità proporzionale alla gravità attribuita al comportamento deviante. Ciò provocherà risvolti negativi a carico dei soggetti individuati come autori della suddetta violazione.
Occorre far presente, tuttavia, la relatività e mutevolezza del concetto di devianza, evidenziabili da tre diverse dimensioni:
- il tempo, poiché è necessario considerare il periodo storico di riferimento: un comportamento infatti può essere oggetto di riprovazione sociale in un certo momento dell’evoluzione di una determinata società e non esserlo più in un altro momento (si pensi, in ambito giuridico, al passaggio della violenza e abuso sessuale da reato contro la morale a reato contro la persona, avvenuto in Italia nel 1996 con specifica riforma del codice penale).
- lo spazio geografico, con riferimento a diverse società e culture, in quanto lo stesso atto può essere valutato come lecito in una società, e fortemente condannato in un’altra (pensiamo, ad esempio, alla pratica della mutilazione genitale delle bambine in alcune culture);
- le articolazioni sociali, ovvero i gruppi e le subculture di appartenenza degli individui all’interno di una definita società, in cui assume particolare rilievo la diseguale collocazione sociale e gli status connessi di chi mette in atto comportamenti devianti (ad esempio, un “ladro di galline” è qualificato ed etichettato alla stregua di un delinquente, mentre chi produce enormi danni in campo economico con agìti illeciti viene considerato semplicemente disonesto o addirittura un astuto imprenditore).
Il connubio tra grafologia e criminologia ha destato negli anni l’interesse di numerosi studiosi al fine di approfondire il campo di ricerca.
Gli indici grafologici infatti permettono di individuare, tra gli altri, la tendenza all’aggressività fino alla violenza; l’esaltazione, la mitomania, ma anche la debolezza dell’Io incapace di opporre resistenza all’ emergere delle pulsioni: il passaggio all’atto infatti può irrompere quando le difese non sono sufficientemente arginate e le eccitazioni diventano irrefrenabili.
Aspetti grafici peculiari si riscontrano analizzando le grafie di alcuni autori di crimini efferati.

La scrittura in esame, altre al tempo del primo omicidio erano state scritte con il normografo, ha una dimensione molto piccola con forme precise e calligrafiche ed evidenti ingorghi pressori. Mette in luce due aspetti caratterizzanti la sua personalità: da un lato il bisogno di legami interpersonali soddisfacenti (distesa sul rigo), dall’altro la difficoltà dell’Io a manifestare le proprie emozioni e i propri sentimenti, rimuginando i suoi pensieri al suo interno e producendo idee morbose (egli stesso confessò di essere attratto irresistibilmente dai bambini). Vi è pertanto un conflitto tra una natura bisognosa di corresponsione e alcuni tratti ossessivi che, alla fine, hanno il sopravvento. Intuibile nel tratto fangoso e spasmodico il mondo pulsionale sommerso e sordamente aggressivo che lo pervade e che, una volta raggiunto il culmine, può esplodere, tanto da tradurre il desiderio in propositi violenti (secondo la tipologia di Szondi si tratta di carattere epilettoide).

La scrittura si caratterizza per la forma script/stampatello ben leggibile, con dimensione piuttosto grande, rigidamente inclinata con frequenti alzate di penna che frenano l’andamento del tracciato, rendendolo statico. Lo scrivente non manifesta all’esterno la sua interiorità adottando un grande controllo su se stesso e un elevato grado di tensione che non gli permette di esprimersi liberamente. Percependosi fragile, per compensazione cerca di dare un’immagine diversa, più sicura di sé: affiora, quindi, una certa ambiguità deducibile soprattutto dalla firma oscura e incomprensibile, disomogenea e in contrasto con la voluta chiarezza del testo. Forse è proprio nella firma che troviamo l’espressione della sua reale identità (sul finale del nome presenta forme filiformi, quasi un voler fuggire e spogliarsi delle apparenze trasmesse all’esterno).

La presente scrittura si presenta piccola (in altri documenti la dimensione è più grande), arrotondata e a ghirlanda, indici quindi di buone doti comunicative e di socievolezza. Si evidenziano gesti fetali accompagnati da un movimento oscillante nel procedere verso destra, parole distanziate, nonché degli angoli improvvisi e delle t tracciate a sciabola: segnali di componenti aggressive perturbatrici nella personalità dello scrivente. Inoltre, la forma utilizzata è più vicina alle grafie femminili. La dominanza dell’aspetto femminile si scontra però con un’angolosità inaspettata, generando così ambivalenza: tale disarmonia interiore si traduce in una frustrazione mal gestita, che può condurre ad una scarica di violenza aggressiva proiettata all’esterno.

La grafia – estremamente infantile che rivela un tipo di oralità passiva – presenta sforzo e tensione per rendersi leggibile. La dimensione è grande, la forma script è rigonfia con evidenti addossamenti letterali e qualche angolosità, l’inclinazione degli assi è variabile (da rovesciata a verticale). Sono evidenti gesti di ricettività e di chiusura. Emerge una personalità contraddittoria, immatura affettivamente che, tuttavia, cerca di mascherare proiettando all’esterno un’immagine diversa, più sicura di sé, equilibrata e accogliente verso l’altro. Si nota proteiformità delle m/n vergate alcune in arco e altre in ghirlanda (oscilla tra la ricerca di riparo e protezione dalle influenze esterne e una maggiore conciliazione e apertura al mondo) e un forte radicamento al margine sinistro (attaccamento e dipendenza dal passato). La scrittura, coartata nella sua rigidità malgrado l’apparente curvilineità, sembra imprigionarla nelle sue tensioni emotive. Da notare la dimensione più piccola e decrescente della parola Mamma (parola affettiva), con reiterate piccole ghirlande di tipo ossessivo.
Per quanto il presente studio, data la sua complessità, non pretenda di essere di per sé esaustivo, è innegabile che, attraverso i casi esposti, si comprende l’utilità di uno studio comparato e multidisciplinare tra grafologia e criminologia in quanto alcuni indici grafologici possono aiutare a costruire un profilo di personalità del soggetto autore di reato e fornire elementi che possono risultare preziosi se inseriti nel quadro della ricostruzione degli indizi.
BIBLIOGRAFIA
CREMASCHINI M., Scrittura e devianza, Streetlib Write, Vignate (MI) 2018
PRINA F., Devianza e criminalità. Concetti, metodi di ricerca, cause, politiche, Carocci editore, Roma 2019
CREPIEUX – JAMIN J. Les elements de l’ecriture des canailles FLAMMARION, Paris 1923
SITOGRAFIA www.ilgiornale.it